Cultura & Società

Festival dell’economia civile, per una nuova visione della persona

Il festival dell’economia civile è arrivato alla quinta edizione che si svolge come al solito nella città elettiva di Firenze a Palazzo Vecchio dal 28 settembre al 1 ottobre.

Viviamo un periodo di crisi e shock ripetuti nel quale di economia civile c’è più che mai bisogno. Il titolo che abbiamo scelto quest’anno (Oltre i limiti: l’impegno che (ci) trasforma) sta lì ad indicarlo. L’economia civile propone una visione nuova della persona, dell’impresa, di ciò che è valore e benessere dell’azione di politica economica che è più adatta ad affrontare l’interdipendenza delle crisi (ecologica, sociale, demografica, di senso della vita) che stiamo vivendo. Sottolineando valore di fiducia, cooperazione, capitale sociale come chiavi per l’obiettivo della generatività e della soddisfazione e ricchezza di senso di vita.

Quest’anno partiamo da un manifesto di 165 colleghi che si ritrovano in questa visione larga del paradigma economico (https://www.nexteconomia.org/manifesto-degli-economisti-per-una-nuova-economia/) e incontriamo al festival grandi protagonisti della scena globale come Joseph Stiglitz, nobel per l’economia, Kaushik Basu ex capo economista della Banca Mondiale e poi del governo Modi e Shirin Ebadi, iraniana avvocato e premio nobel per la pace.

Come nostra tradizione non ci fermiamo alla teoria e alla tribuna delle idee. Il festival dell’economia civile è un bene relazionale ed un momento d’incontro della tribù dei generativi o comunque di chi cerca di capire come vanno le cose e di contribuire ad un cambiamento. La strategia di comunicazione è quella di far emergere e valorizzare le buone pratiche del paese attraverso la partecipazione alle sessioni e ai premi per gli ambasciatori dell’economia civile.

Da questo punto di vista pensiamo sia fondamentale sconfiggere la “comunicazione triste” oggi prevalente che si concentra sui fatti di cronaca nera dando una rappresentazione totalmente distorta della realtà del paese e lasciando un sottofondo di scoraggiamento alla partecipazione e alla cittadinanza attiva. In Italia il tasso di omicidi è di 6 ogni milione di abitanti.

Eppure se guardiamo un tg molto spesso la cronaca nazionale è soltanto un elenco di fatti di nera e dunque statisticamente ci dà la fotografia di un paese che è fatto al 100 percento di delinquenza e delitti. La condivisione e la diffusione di buone pratiche invece è fonte di speranza e di ispirazione per mettere in campo soluzioni ai problemi di oggi. In questa edizione parleremo della forte crescita delle rinnovabili come risposta al caro prezzi energia che colpisce bollette delle famiglie e costi delle impese.

Ragioneremo sugli schemi di coprogettazione e coprogrammazione dove pubblico, terzo settore e mondo profit uniscono le forze per l’accompagnamento delle persone in difficoltà e le politiche di welfare. Discuteremo delle risposte da mettere in campo per combattere lavoro povero e disoccupazione in un mondo nel quale la crisi demografica sta modificando radicalmente i rapporti di forza esistenti.

Affronteremo inoltre la questione di come gestire il problema delle interdipendenze globali in settori come quelli delle migrazioni. Le migrazioni non sono un fenomeno temporaneo facilmente arrestabile perchè viviamo in un mondo nel quale l’emergenza climatica sta rendendo inabitabili perché non in grado di fornire le risorse economiche minime intere aree del pianeta. Gli addetti ai lavori stimano che l’emergenza climatica metterà in moto decine di milioni di migranti climatici nei prossimi anni in una sorta di arbitraggio spaziale dove movimenti migratori sono messi in moto dalla differenza di soddisfazione di vita attesa nel paese di destinazione e soddisfazione di vita nel paese di origine.

Di shock ed interdipendenze globali parleremo anche a proposito delle risposte del mondo finanziario e delle istituzioni all’inflazione scatenata dall’esplosione dei prezzi del gas a seguito dell’aggressione dell’Ucraina. Le politiche monetarie restrittive poste in atto da BCE e Federal Reserve hanno reso infatti più appetibili i titoli europei ed americani, rivalutato i tassi di cambio e messo in crisi la situazione debitoria di paesi poveri ed emergenti indebitati spesso a tasso variabile in valuta estera. La risposta dell’economia civile in tutti questi casi ha una stessa matrice. Ci vuole più cooperazione dal livello locale a quello globale. Ed è necessario mettere al centro della vita economica e sociali indicatori come quelli della generatività dei territori, ovvero della loro capacità di creare le condizioni che favoriscono la fioritura della vita umana. Come ogni anno presenteremo sabato 30 settembre il rapporto sul benvivere delle provincie italiane dove indicheremo come i diversi territori sono in grado di dare risposta a questa sfida. Vi aspettiamo a Firenze perché l’esperienza e l’incontro è l’unica via che ci consente confrontandoci di apprendere e di crescere veramente.