Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Festa per i cinquecento anni della cattedrale di Cortona

Con la presentazione di un pregevolissimo piviale del XVI secolo, donato dal lucumone dell’Accademia etrusca Guglielmo Maetzske al vescovo Gualtiero Bassetti e da questi, a sua volta, trasferito al museo diocesano di Cortona, e l’esecuzione di due concerti, prenderanno il via le celebrazioni del 5° centenario della cattedrale di Cortona. Il primo concerto per coro e orchestra d’archi sarà diretto, sabato 24 maggio alle 18, dal Maestro Ennio Clari e presenterà Cori dall’Oratorio «Messiah» di Georg F. Haendel, Edvard H. Grieg e Edward Elgar. Nel secondo concerto, domenica 25 maggio alle 21, il Maestro Luca Scandali metterà a confronto musicisti italiani con l’esecuzione all’organo restaurato di brani di Arcangelo Corelli, Alessandro Scarlatti, Baldassarre Galuppi, Pietro Moranti, Giovanni Moranti e Felice Moretti. La cattedrale di Cortona, dedicata a Santa Maria Assunta, risale ai primi del Cinquecento. Non c’è accordo sul nome dell’architetto che curò il rifacimento dell’interno della chiesa. Di solito si parla di Giuliano da Sangallo, ma molti autori preferiscono pensare piuttosto ad un architetto o a maestranze influenzate dall’artista fiorentino. Si parla di rifacimento rinascimentale dell’interno della attuale cattedrale, perché effettivamente le sue origini hanno radici ben più lontane. «Non credo possano esistere dubbi – scrive Angelo Tafi nel suo volume “Immagine di Cortona” – sulla presenza, in questo punto della città, di una chiesa battesimale paleocristiana, costruita probabilmente sopra un tempio pagano. Con grande probabilità Cortona divenne sede vescovile fin dalla seconda metà del III secolo e lo rimase fino a circa il VI secolo. Nel IV secolo, dopo la pace costantiniana, una chiesa martoriale sorse dove si trovava la tomba di San Vincenzo, vescovo di Cortona e martire della persecuzione di Diocleziano. Ma questa venerata tomba e questa chiesa si trovavano fuori le mura della città e si può essere sicuri che all’interno di essa sorsero ben presto delle chiese cristiane edificate dove si trovavano edifici del culto pagano ormai abbandonati: tali si possono ritenere la nostra chiesa di S. Maria, edificata dove si trovava un tempio pagano, posto in splendida posizione nel pomerio a ridosso delle mura, e forse quella di S. Andrea su di un tempio ai margini del Foro». Tra il V e il VI secolo, scomparsa la diocesi cortonese forse per la decadenza della città, l’antica chiesa di S. Maria divenne pieve urbana. Quando nel 1325 Cortona fu di nuovo eretta a sede vescovile da Giovanni XXII, la chiesa di San Vincenzo fuori le mura fu ancora eletta come cattedrale, forse a motivo della sua storia e della sua ampiezza, ma la residenza vescovile fu posta presso l’antica pieve di Santa Maria. La soluzione non sembrò ottimale: una cattedrale fuori della città e per di più separata dalla residenza vescovile creava non pochi disagi. «Allo scopo di ottenere il trasferimento della cattedrale nella pieve di S. Maria – continua il Tafi – vescovi e popolo si dettero da fare per trasformare e abbellire quest’ultima in nuove forme rinascimentali. Il 9 giugno 1507 Giulio II, con bolla propria, annuì alle richieste del vescovo Guglielmo Capponi ordinando il trasferimento della cattedrale nella chiesa di S. Maria». Da quell’epoca fino ad oggi si è proceduto più di una volta a parziali rifacimenti che non sempre hanno rispettato la purezza architettonica rinascimentale. Negli anni Settanta e Ottanta i restauri della facciata e della copertura, la ripulitura interna e il restauro delle opere d’arte, l’hanno riportata all’antico splendore. di Benito Chiarabolli