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Festa d’Europa, Ccee: «Costruire una società solidale aperta all’Assoluto»
Un invito a «non perdere la speranza», a costruire una società solidale e «aperta all'Assoluto», a realizzare un'Europa «comunità di destino», come aveva indicato il 9 maggio 1950 Robert Schuman nella sua «Dichiarazione» che aveva dato il via all'integrazione comunitaria. La presidenza del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa) invia un messaggio in occasione della Festa d'Europa che si celebra oggi.
Nel testo si legge: «A tutte le persone che sono oggi nel continente europeo e che si trovano in difficoltà per l’attuale crisi economica, che si sentono sole, che hanno perso o sono in cerca di un lavoro e che, a causa della grave crisi di senso e di fede, fanno fatica a guardare al futuro, ai giovani in particolare, vogliamo dire che la Chiesa in Europa è vicina e li invita a non perdere la speranza». Nell’anno della fede, la presidenza del Ccee (che domani sarà ricevuta in udienza da papa Francesco a Roma) ricorda «con piena convinzione» quanto il beato Giovani Paolo II affermava 10 anni fa, nell’esortazione «Ecclesia in Europa»: «Gesù Cristo è la fonte di speranza per l’Europa». Allo stesso tempo, invitano «tutti a non lasciare che paure ed egoismi offuschino la carità che ha sempre contraddistinto il nostro continente, ma a riscoprire invece l’importanza della famiglia, il valore del dono e dell’accoglienza, facendosi prossimo dei più bisognosi».
Nel messaggio della presidenza Ccee per la Festa d’Europa si legge ancora: «Cogliamo l’occasione anche per ringraziare tutte le persone, che mosse dalla fede, sono promotori di opere caritative e di assistenza a livello locale, nazionale ed internazionale. L’aiuto che esse recano è risposta sollecita e concreta ai molti bisogni materiali, ma è anche segno dell’amore affidabile di Dio che in Gesù Cristo si è fatto prossimità a tutti». Un invito particolare è indirizzato «ai cristiani del continente» a «cogliere l’occasione della Giornata dell’Europa» per «riflettere sul loro impegno nella costruzione di una società europea aperta all’Assoluto e improntata su verità, su giustizia, su solidarietà e libertà: pilastri della pace come ebbe a definire Papa Giovanni XXIII», cinquant’anni fa, nella «Pacem in terris».