Opinioni & Commenti
Femminicidi, sconcerto per le parole di un prete «talebano»
In un’epoca nella quale ci sarebbe un gran bisogno di parole e di gesti di alto respiro profetico, è triste e scoraggiante che uomini di chiesa debbano far notizia per iniziative antiumane, stupide e inopportune. Mentre dovremmo unirci tutti all’appello forte dell’Arcivescovo di Milano e di tanti per la situazione dei carcerati, siamo invece costretti a doverci occupare di quel prete di S.Terenzo.
Il suo volantino, le sue invettive mi sconcertano, mi amareggiano e indignano profondamente. Ma come può un ministro della Chiesa agire e parlare con tanta superficialità e arroganza di argomenti così delicati e dolorosi come le violenze sulle donne? E come può far proprie affermazioni di siti e di gruppi estremisiti che con la dottrina e il pensiero della chiesa non hanno niente e che fare? Avverto una distanza abissale fra ciò che ho maturato e compreso in molti anni di esperienza riguardo al Vangelo e all’umanità e invece la concezione aberrante di religione e di chiesa che traspare dagli atteggiamenti di quel prete.
Egli non ha semplicemente sbagliato, tutti siamo più o meno responsabili di omissioni errori e debolezze. Qui non si tratta di omissioni, errori e debolezze ma di un pensiero oscuro e pernicioso, contrario alla radice stessa del Vangelo e che purtroppo ha ancora molti seguaci.
Attribuire la responsabilità dei femminicidi a presunti comportamenti lascivi e immorali delle donne significa non solo dimostrare assoluta ignoranza sui fatti e le casistiche in oggetto, ma riportare spaventosamente indietro l’orologio del progresso civile e giuridico in una società che rischia di perdere i valori fondamentali e appare già in troppe parti disgregata da molteplici fattori di ingiustizia e violenza costante. Ma soprattutto significa anche ferire a morte la testimonianza di tanti credenti sui fronti della carità e solidarietà sociale.
Se un prete parla e agisce come un talebano non possiamo non interrogarci profondamente. Certamente egli non dovrebbe più occupare quel posto. Non si difendono i diritti di Dio e della morale massacrando l’uomo! Meglio una parrocchia custodita da soli laici, che da falsi pastori. L’istinto è quello di definirlo un episodio isolato, ma sappiamo che non è così. Sacche di oscurantismo maligno sono ancora presenti nel popolo e nel clero, in giro per il mondo e nelle diocesi, che producono danni gravissimi alla fede dei piccoli e dei deboli e all’anima dei lontani.
L’arroganza di quel don Piero, la sua ideologia, purtroppo mostra una triste assonanza con quella di un altri soggetti che ha fatto tanto male alla coscienza e al vissuto di troppe persone e ferito gravemente la nostra Chiesa. Soggetti di cui ci siamo dovuti occupare nostro malgrado per amor di giustizia e verità, e che quando iniziammo il nostro percorso vocazionale nemmeno immaginavamo che potessero esistere e godere di così tanto credito.
In tempi come i nostri, dove l’umanità più debole, i bambini, le donne, i giovani, i poveri, i diversi, stanno pagando sempre di più nella loro carne il prezzo di un sistema insensato di gestione del mondo, la chiesa non deve permettere che al suo interno possano svilupparsi mentalità e stili pastorali che siano anche minimamente offensivi della persona , della sua coscienza, della sua dignità.
Mentre un diabolico fanatismo religioso divora intere regioni del pianeta e massacra ogni giorno cristiani e creature inermi di ogni fede e poteri economici e militari senza scrupoli riducono allo sfinimento intere popolazioni…. chi ha scelto di servire il Vangelo di Cristo, non può mai rendere vana la sua testimonianza giustificando o coprendo scelte distruttive dell’umanità.
I problemi della Chiesa cattolica nel mondo contemporaneo sono complessi ma tra il fondamentalismo e il conformismo l’unica via valida per il futuro rimane per tutti solo quella della saggezza e della bontà d’animo, virtù che non ci possiamo permettere che manchino in chiunque abbia un ruolo di guida, se no vada a fare altro, e ugualmente stando attento a non produrre danni.