Italia

Fecondazione, un doppio no alla menzogna

È nato nei giorni scorsi a Roma il Comitato “Scienza e vita” per la legge 40/2004, che svolgerà la sua azione in difesa della legge 40/2004 che disciplina la procreazione assistita. Com’è noto questa legge è oggetto di quattro referendum che vogliono parzialmente abrogarla. Il Comitato è presieduto da Paola Binetti, presidente della Società italiana di pedagogia medica (Campus Biomedico di Roma) e da Bruno Dalla Piccola, ordinario di genetica all’Università La Sapienza di Roma.

Vi hanno aderito oltre 110 personalità del mondo scientifico, culturale, professionale, politico e associativo italiano. Il Comitato organizzerà, in questi mesi, una campagna capillare di sensibilizzazione su questi temi. In vista del referendum la scelta del Comitato è quella del “doppio no”: al contenuto dei quesiti referendari e all’uso distorto del referendum in materia di fecondazione. Da qui la scelta di proporre agli elettori italiani di non andare a votare. Ecco alcuni passi dal «manifesto» programmatico del Comitato. STABILIRE UNA SCALA DELLE PRIORITÀ. “L’alleanza tra scienza e vita è molto forte nella coscienza di ogni persona. Da una parte, infatti, la scienza è avvertita come valore decisivo per migliorare la vita e rafforzarne la qualità, dall’altra la vita delle persone e delle comunità spinge la scienza a non arrendersi, fino a produrre benefici con creti a vantaggio non solo di pochi privilegiati ma di tutti. Tuttavia è essenziale riconoscere la scala delle priorità”. Così inizia il “manifesto” del Comitato “Scienza e vita”, teso a ribadire che “solo il primato della vita garantisce il perseguimento dei diritti dell’uomo e lo sviluppo scientifico ardimentoso e controllato. La tecnica è divenuta troppo potente per poter essere lasciata in balia di se stessa, o per essere affidata esclusivamente agli addetti ai lavori”. Secondo il Comitato, “trasparenza e giustizia, uguaglianza e corresponsabilità” hanno un senso “solo se incominciamo a metterli al servizio dei più deboli e dei meno garantiti: in primo luogo il concepito che, non avendo voce propria, ha bisogno della solidarietà sociale. Questo è il primo passo per la difesa in concreto della vita, da sviluppare in tutti i suoi aspetti e in tutti i soggetti”. PER IMPEDIRE IL PEGGIORAMENTO DELLA LEGGE 40. Il Comitato – precisano – nasce proprio “per impedire il peggioramento della legge 40 sulla fecondazione assistita” e si propone “di promuovere una campagna capillare di sensibilizzazione sui valori in gioco, per l’adozione del comportamento più efficace nella prossima convocazione referendaria”. Ad avviso del Comitato la legge 40 sulla fecondazione assistita è “un risultato importante, che finalmente ha fissato delle regole per i laboratori che operano nel campo molto delicato della fecondazione umana”: “Non si tratta di una legge perfetta, tuttavia essa pone fine al cosiddetto ‘far west procreatico’, assicurando ad ogni figlio le garanzie di una vita umana e la protezione di una vera famiglia”. Per tutti questi motivi, sottolineano, si tratta di una legge “che merita di essere difesa”. “Al contrario – affermano – il referendum la vuole stravolgere, prima di darle tempo di essere applicata, sperimentata e verificata nei risultati. Di per sé il referendum può essere uno strumento di democrazia, ma in questo caso è profondamente inadeguato, per la tipologia e la complessità della materia e per la formulazione volutamente equivoca dei quesiti che propone”. LA SCELTA DEL “DOPPIO NO”. Perciò il Comitato indica la scelta del “doppio no”: “Al contenuto dei quesiti referendari e all’uso distorto del referendum in materia di fecondazione. Dunque non andremo a votare, proprio per esprimere con fermezza questo nostro ‘doppio no’. Ma anche per ribadire alcuni obiettivi strategici: riaffermare – contro ogni deriva scientista – che gli esseri umani non sono cavie; dare ai figli genitori veri e conosciuti, garantendo loro la certezza di specchiarsi nello sguardo di un padre e di una madre; dare nuovo slancio ad una società che, a partire dal rispetto dei più deboli, consolidi i valori fondamentali del nostro vivere civile, quali solidarietà, giustizia, uguaglianza, libertà e pace”.

Il manifesto del Comitato «Scienza e vita»

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