Opinioni & Commenti
Fecondazione eterologa, troppo spazio ai «diritti riproduttivi» e scarsa lotta all’infertilità
Ma oggi dire che l’età influisce sulla fertilità è tabù: sembra voler invitare le donne ad abbandonare il mondo del lavoro, o svelare il segreto che «non si è ragazzi all’infinito».
Bisognerebbe garantire l’ambiente dalla presenza di sostanze che mimano l’azione degli ormoni della fertilità e che se entrano nel nostro corpo interferiscono con lo sviluppo sessuale e attentano alle future gravidanze? Si chiamano «endocrine disruptors», sono solventi, plastiche (in particolare gli ftalati), pesticidi, idrocarburi e li ritroviamo un po’ dappertutto. Avevo avuto occasione di discutere di questi problemi con degli ecologisti laici, assieme ai quali come conseguenza di questi discorsi e dello stupore comune di quanto questi temi fossero trascurati, uscì un libro fatto in comune, intitolato appunto «Una gravidanza ecologica». Perché il tema della fertilità umana prima di essere un problema medico (cosa che oggi sembra essere l’unico punto di vista) è un problema ecologico, di sana ecologia che pretende un ambiente e uno stile di vita a misura e a rispetto della persona. Della persona concepita, della donna, della coppia. Ma non se ne parla. Non se ne parla neanche con la metà della foga con cui – ripetiamo – si richiede la FIV.
Invece riscontriamo sui media e nei dibattiti – e quanto questo sbilanciamento dovrebbe interrogare la politica! – tanto interesse per le varie forme di fecondazione artificiale tra cui l’eterologa (in pratica un rimedio a posteriori di scarsa portata ma di ampie implicazioni etiche), mentre sentiamo parlare tanto poco di pulizia ambientale e di agevolazioni a gravidanze «giovani» (la soluzione del problema)! L’impressione è che si è più attenti a dare spazio ai cosiddetti «nuovi diritti riproduttivi» piuttosto che a una seria lotta all’infertilità tramite una azione sociale, culturale ed ecologica, più complessa ma certo più efficace.