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Fecondazione, è finito il far west
Il 24 settembre dello scorso anno il testo sulla procreazione assistita arriva in aula al Senato nella stessa formulazione approvata a Montecitorio il 18 giugno 2002. Il 3 dicembre 2003 il Senato riprende l’esame del testo. Sono circa 500 gli emendamenti proposti. L’11 dicembre 2003 il disegno di legge viene approvato con 169 sì, 92 no e 5 astenuti. Il provvedimento torna alla Camera solo per l’esame di una norma tecnica che riguarda lo spostamento di alcuni capitoli di spesa dal 2002 al 2003. Finalmente, il 10 febbraio la legge viene approvata.
“Una legge assolutamente laica ha detto Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita perché basata sul valore dell’uomo e della ragione. Non certo una legge cattolica, visto che non vi è alcuna protezione di interessi esclusivamente cattolici e visto che ben più radicali sono le esigenze dell’antropologia cristiana”. Non si può infatti dimenticare che secondo la morale cristiana la fecondazione assistita resta un atto tecnico che sostituisce quello intimo e personale dei coniugi. Inoltre, ha aggiunto Casini, “è motivo di soddisfazione che l’Italia, come la Germania abbia fondamentalmente accolto gli inviti del Parlamento europeo e che Paesi vicini come la Spagna abbiano già modificato le loro leggi permissive per imitare l’Italia”.
“Al di là dei dettagli ha aggiunto Luisa Santolini, presidente del Forum delle associazioni familiari, è merito della legge aver rivolto lo sguardo non solo agli interessi degli adulti, ma anche a quelli dei bambini generati con le nuove tecniche”. Analoga soddisfazione è stata espressa dall’Associazione medici cattolici italiani, perché finalmente il “far west” e l’assoluto liberismo in un campo così delicato sono stati cancellati. “I cattolici si legge nel comunicato stampa della presidenza nazionale con un impegno trasversale in Parlamento hanno contribuito a una legge che antepone i diritti del concepito, la tutela delle famiglie e il rispetto della vita ai desideri, pur legittimi delle coppie che fanno ricorso alla fecondazione assistita”. Lo Stato italiano garantisce, così, al neoconcepito il diritto di nascere nella propria famiglia naturale, di conoscere l’identità dei propri genitori e anche la propria identità sia sociale sia biologica. Davanti alle dure reazioni di una parte del mondo laico già intenzionato a proporre un referendum popolare si comprende che l’impegno dei cattolici e degli uomini di buona volontà è tutt’altro che terminato. Ora la legge va difesa con determinazione, sorvegliandone anche la fedele applicazione.