Toscana
Fecondazione e diagnosi pre-impianto: Gigli (Mpv), «a Cortona va in scena l’eugenetica»
Un comunicato della Regione Toscana ha dato ieri notizia che martedì 19 luglio, nella struttura di PMA (Procreazione medicalmente assistita) dell’ospedale Santa Margherita di Cortona è stata eseguita la biopsia su tre embrioni di una coppia il cui partner maschile è affetto da «aniridia congenita», una malattia genetica rara che colpisce la vista ed è caratterizzata dalla formazione incompleta dell’iride. Quello di Cortona è il primo centro pubblico in Italia ad adottare ed eseguire la Diagnosi Genetica Pre-impianto (PGD) , «una vera e propria “amniocentesi anticipata”, non eseguita sul feto, ma ancor prima sull’embrione» e che in precedenza era vietata dalla legge 40, in una parte poi abrogata da una sentenza della Corte costituzionale.
Entusiastico il commento dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi: «Nel campo della procreazione medicalmente assistita la Toscana ha fatto da apripista, essendo stata la prima Regione a dotarsi di un regolamento sulla Pma e offrendola alle coppie che la desideravano, con il solo pagamento del ticket, ben prima di tutte le altre Regioni – ha dichiarato l’assessore – Anche in questo caso, la Toscana è la prima a realizzare in una struttura pubblica la “diagnosi genetica pre-impianto”: un esame che ha lo scopo di verificare la presenza di eventuali patologie ereditarie prima dell’impianto in utero». L’assessore spiega poi che si tratta di una sinergia «tra la struttura di PMA dell’ospedale Santa Margherita di Cortona e il laboratorio di genetica medica delle Scotte di Siena» e ringrazia entrambe le equipe «quella del professor Luca Mencaglia e quella della professoressa Alessandra Renieri».
Fin qui il virgolettato dell’assessore. Ma il comunicato della giunta regionale va ancora oltre: «Oggi non è più reato compiere la scelta, nei casi in cui questa è finalizzata ad evitare l’impianto di embrioni affetti da gravi malattie trasmissibili che possono determinare gravi pericoli per la salute fisica e psichica della donna e non si tratta di eugenetica, ma di tutela della salute della donna stessa».
Immediata la replica di Gian Luii Gigli, deputato del gruppo parlamentare «Democrazia solidale-Centro democratico» della Camera e presidente del Movimento per la vita italiano: “Malgrado le precisazioni delle autorità sanitarie toscane, la diagnosi genetica pre-impianto eseguita nell’ospedale di Cortona realizza per la prima volta una selezione eugenetica nell’ambito della procreazione medicalmente assistita. In quale altro modo, infatti, può essere definita l’individuazione dell’embrione sano tra i tre disponibili se non come selezione della specie?”.
«Pur riguardando stavolta esseri umani allo stadio di sviluppo embrionale, non possono non tornare alla memoria – sottolinea Gigli – analoghi tentativi di selezione portati avanti su esseri umani adulti in periodi tragici della storia recente. Se passa il concetto che il portatore di deficit genetici, anche in caso di malformazioni del tutto compatibili con la vita come nel caso toscano, possa essere sacrificato alla ricerca di un’astratta idea di salute, ci sarà ancora meno posto per i disabili in una società fatta solo a misura dei ‘sani e belli’, nella quale domina la cultura dello scarto».