Toscana

Fecondazione assistita: l’iter della legge

Proposte di legge per vietare la procreazione artificiale furono presentate fin dalla III legislatura (fine anni ’50, inizio anni ’60) senza però arrivare mai in discussione. Il dibattito divenne forte negli anni ’80 e una speciale Commissione, presieduta da Santosuosso, elaborò consigli per il governo e due distinte proposte di legge. Il ministro della Sanità Degan si limitò a emanare una circolare (1° marzo 1985), intitolata «limiti e condizioni di legittimità dei servizi per l’inseminazione artificiale nell’ambito del servizio sanitario nazionale» In base a quella circolare, tra l’altro, i centri pubblici non potevano praticare la fecondazione eterologa.

Nella XII legislatura (iniziata nel ’94) l’opera legislativa prese avvio al Senato e la relatrice Casellati realizzò un testo unificato, che, però non giunse all’approvazione.Nella XIII legislatura i numerosi progetti di legge furono unificati in un testo che dal nome della relatrice possiamo chiamare «progetto Bolognesi» che muoveva dall’intento di limitare il «far west procreatico» e vietava la sperimentazione sugli embrioni, ma permetteva l’inseminazione eterologa, seppure solo nel caso che non fosse possibile quella omologa. Il testo, anche grazie all’azione della fondazione «Nuovo millennio», del Movimento per la vita e del Forum delle associazioni familiari, fu modificato alla Camera. L’on. Bolognesi si dimise da relatrice e il testo fu approvato il 26 maggio 1999 con 266 sì (Polo, Lega, Ppi, Udeur e Ri), 153 contrari (Ds, Psci, Verdi, Prc e Sdi) e 28 astenuti. Quel testo prevedeva tra l’altro l’esclusione dell’inseminazione di tipo eterologo, l’adottabilità dell’embrione, il divieto di fecondare più di tre ovuli alla volta. Ma il 21 giugno 2000, dopo che il Senato aveva accolto numerosi emendamenti la proposta si fermò.

L’iter della legge attualmente in vigore ha preso il via alla Camera il 27 marzo 2002 ed è stata approvata il 18 giugno 2002 con 268 sì, 144 no e 10 astenuti. Il 24 settembre 2003 il testo approvato a Montecitorio arriva in aula al Senato che inizia ad esaminarlo il 3 dicembre 2003: sono circa 500 gli emendamenti proposti. L’11 dicembre 2003 il disegno di legge viene approvato con 169 sì, 92 no e 5 astenuti. Il provvedimento torna alla Camera solo per l’esame di una norma tecnica che riguarda lo spostamento di alcuni capitoli di spesa dal 2002 al 2003. Finalmente, il 10 febbraio 2004 la legge viene approvata.