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FAMILY DAY: GIACOBBE, PEZZOTTA E ROCCELLA, «LA PIAZZA NON SI SMOBILITERA’»

Un “pacchetto di proposte” su temi “urgenti” che vanno dal fisco alla scuola, dal welfare al lavoro, che interpellano la famiglia. Sarà questa, ha spiegato oggi ai giornalisti il presidente, Giovanni Giacobbe, la “modalità di partecipazione del Forum delle associazioni familiari alla Conferenza nazionale sulla famiglia, in programma a Firenze il 24 e 25 maggio. “La piazza di S. Giovanni non smobiliterà “, ha assicurato Savino Pezzotta, portavoce del Family Day. “I cattolici saranno in campo – ha aggiunto – ogni volta che saranno in gioco i valori della vita. della dignità e della libertà della persona”, ma anche per battaglie “contro la fame, la guerra e il terrorismo, e a favore della distribuzione universale dei beni”. A San Giovanni, ha osservato Eugenia Roccella, portavoce del Family Day, “quel popolo considerato assente nel referendum sulla procreazione assistita, perché si era espresso con l’astensione, ha assunto un volto: “molto preciso, specifico, solidale, di continuità tra le generazioni”.

La piazza del 12 maggio, “dove sono transitate un milione e mezzo di persone – secondo Pezzotta – è una grande risorsa per la democrazia italiana”, e “i politici devono ascoltarla, indipendentemente dagli schieramenti”. Anche se – ha precisato Pezzotta, facendo un bilancio del Family Day – quella di S.Giovanni “non era una piazza politica nel senso tradizionale del termine, ha di fatto messo in campo un èthos popolare che è laico, anche se attraversato da una tradizione bimillenaria di valori cristiani. È un’eticità di cui il Paese ha bisogno, perché una democrazia vive solo se c’è un èthos di valori”. Dal Family Day, per Pezzotta, emerge “un popolo bello, di gente semplice, che ha voglia di lavorare, di educare i propri figli, disposto anche a fare sacrifici, se la famiglia diventa il nucleo sano per politiche di libertà sociale”. “La politica per prima – ha concluso il portavoce del Family Day – dovrebbe aver cura di questo èthos, perché se si perde è la democrazia che paga”.

“I cattolici escono da questa esperienza con una maggiore stima reciproca”. A sottolinearlo è stato Domenico Delle Foglie, organizzatore del Family Day e portavoce di “Scienza e vita”, soffermandosi sulla “totale adesione del mondo cattolico” registratasi in occasione della manifestazione del 12 maggio. Da piazza S.Giovanni, continuando “un percorso iniziato con il referendum sulla legge 40, i cattolici – ha proseguito Delle Foglie – si ritrovano tutti insieme con una piattaforma civile da offrire al Paese, convinti del loro diritto a essere presenti sulla scena pubblica e intenzionati a continuare ad esserlo”, con uno stile fatto di “rispetto, dialogo, accoglienza, inclusività, senza mai dire una parola fuori posto o contro qualcuno”, come hanno scritto invece alcuni commentatori su grandi quotidiani nazionali. “Se l’agenda politica imporrà passaggi valoriali in cui vengono discussi i pilastri del vivere civile – ha annunciato Delle Foglie – ci riserviamo di valutare come essere presenti sulla vita pubblica”. A Firenze, intanto, il Forum famiglie porterà “proposte concrete” a partire dal manifesto “Famiglia, sei priorità” del novembre scorso, e l’organizzatore del Family Day parteciperà in qualità di “osservatore”.

Il dibattito sul testamento biologico, con il relativo disegno di legge attualmente all’esame della Commissione parlamentare competente, “inevitabilmente salirà di tono”, ed è fonte di “seri motivi di preoccupazione”. Ai giornalisti, durante la conferenza stampa sul dopo-Family Day, il portavoce di “Scienza e vita”, Domenico Delle Foglie, ha ribadito i “limiti non valicabili” per qualunque eventuale proposta di legge in materia: “la decisione di non idratare e non alimentare” il paziente. E di “battaglie in nome dell’alleanza sulla conservazione dell’umano”, in atto “non solo in Italia ma in tutta Europa”, ha parlato anche Eugenia Roccella, portavoce del Family Day, sollecitata in merito ai temi “eticamente sensibili proposti di continuo all’opinione pubblica dall’agenda politica e mediatica”. “I singoli argomenti eticamente sensibili e le questioni legate alla famiglia – ha puntualizzato Roccella – sono profondamente intrecciati”. L’idea di “autodeterminazione”, per Roccella, è “limitata”: “Metà delle pratiche eutanasiche in Belgio e in Olanda non sono basate sull’autodeterminazione, ma sono una scelta del medico sul malato: si comincia con l’eutanasia, e si finisce con l’esclusione del malato”.

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