Vita Chiesa

FAMILY 2012, MESSA AL PARCO DI BRESSO; BENEDETTO XVI: L’AMORE NON E’ FACILE MA TRASFORMA IL MONDO

«Chiamata ad essere immagine del Dio Unico in Tre Persone non è solo la Chiesa, ma anche la famiglia, fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna». Lo ha affermato Benedetto XVI, nella messa stamattina nel parco di Bresso, per l’Incontro mondiale delle famiglie, nella solennità della Santissima Trinità. Hanno concelebrato numerosissimi cardinali, tra i quali Tarcisio Bertone, Ennio Antonelli, Angelo Scola, Angelo Bagnasco, Camillo Ruini, Dionigi Tettamanzi, Gianfranco Ravasi, e vescovi. Alla messa erano presenti il presidente del Consiglio, Mario Monti, i ministri Lorenzo Ornaghi e Andrea Riccardi, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e diversi politici. Nel suo saluto al Pontefice, il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha sottolineato «la risposta generosa e convinta che la società civile ha dato a questo incontro. In particolare, è doveroso evidenziare l’interesse suscitato dai temi trattati in tutti gli ambienti dell’umana esistenza. È un segno importante. È il segno che quando i cristiani sanno essere testimoni risultano propositivi di vita buona in una società plurale come la nostra». Un pensiero poi per i terremotati dell’Emilia Romagna e della Lombardia.“Dio – ha precisato il Papa – ha creato l’essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche, perché i due fossero dono l’uno per l’altro”. Rivolgendosi agli sposi ha sottolineato: “Nel vivere il matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche attività, ma la vita intera. E il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi”, “nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente” e “per la società, perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione”. Un invito poi ad aver cura dei figli e, “in un mondo dominato dalla tecnica”, a trasmettere loro “le ragioni del vivere, la forza della fede”. Ma anche i figli mantengano “sempre un rapporto di profondo affetto e di premurosa cura” verso i genitori.“Il progetto di Dio sulla coppia umana – ha chiarito il Pontefice – trova la sua pienezza in Gesù Cristo, che ha elevato il matrimonio a sacramento”. “La vostra vocazione non è facile da vivere, specialmente oggi, ma quella dell’amore – ha aggiunto – è una realtà meravigliosa, è l’unica forza che può veramente trasformare il mondo. Davanti a voi avete la testimonianza di tante famiglie, che indicano le vie per crescere nell’amore: mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile”. Rivolgendosi ai fedeli che “sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione”, ha precisato: “Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra sofferenza e fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza”.Nel libro della Genesi, “Dio affida alla coppia umana la sua creazione” e, per Benedetto XVI, “in questa indicazione possiamo leggere il compito dell’uomo e della donna di collaborare con Dio per trasformare il mondo, attraverso il lavoro, la scienza e la tecnica”. Per il Papa, “nelle moderne teorie economiche, prevale spesso una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato. Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano, però, che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perché porta con sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie”. Anzi, “la mentalità utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale”.“Per noi cristiani, il giorno di festa è la Domenica, giorno del Signore, Pasqua settimanale”, ma è anche “il giorno dell’uomo e dei suoi valori” e “il giorno della famiglia” ha dichiarato il Pontefice, che ha invitato a non perdere “il senso del giorno del Signore”, che è “come l’oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell’incontro e dissetare la nostra sete di Dio”. Famiglia, lavoro, festa sono “tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. Armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa, è importante per costruire società dal volto umano. In questo privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere”. (Sir)