Vita Chiesa
«Famiglie separate cristiane». Divisi, ma dentro la Chiesa
L’Associazione «Famiglie Separate Cristiane» è sorta a Milano nel 1998. Alcuni soci e socie appartenenti a varie associazioni laiche di separati hanno fondato, pur continuando a fare parte delle associazioni di origine, una nuova associazione di ispirazione cristiana. L’Associazione (iscritta al Forum nazionale delle associazioni familiari) conta qualche migliaio di iscritti, raccolti in 28 gruppi, sparsi in tutt’Italia, ma in prevalenza a Roma e Milano. «Famiglie Separate Cristiane» raggruppa padri e madri separati, convinti che per la crescita e per l’educazione dei figli sia necessaria la presenza di entrambi i genitori, separati ma pur sempre genitori. Per contro si propone, sul piano prettamente pastorale, di aiutare coloro che si trovano in difficoltà a causa della separazione. È possibile contattare l’Associazione al numero telefonico 02-6554736. Questo numero risponde alle richieste d’aiuto dei neo separati mettendo a disposizione competenze legali e psicologiche.
Accordo di separazione: lungi dal voler banalizzare il problema e soprattutto proporre la separazione come un fatto normale e non traumatico per i figli, si ritiene che definendo tutti i punti nel dettaglio, si possa diminuire la conflittualità, per meglio tutelare i figli nella separazione. L’accordo è corredato da una serie di consigli per i genitori separandi.
Incontri e conferenze monotematiche, con la partecipazione di professionisti sia del settore legale che di quello psicologico.
Proposta di legge: è stata elaborata una proposta di legge nel campo della separazione e, più in generale, del diritto di famiglia.
Mass media: l’associazione collabora con la stampa e la radiotelevisione per favorire la diffusione della nuova cultura sull’importanza della bigenitorialità nell’educazione dei figli, che non sia penalizzata da pregiudizi culturali.
Com’è stata la sua separazione?
«Molto dolorosa. Ho vissuto una situazione lacerante, perché da cattolico credevo nell’indissolubilità del matrimonio, ma quest’esperienza così traumatica mi ha fatto comprendere ancora di più il significato profondo dell’unione di un uomo e una donna davanti a Dio».
Come è stato accolto dalla Chiesa, nella sua nuova condizione di separato?
«Inizialmente con qualche difficoltà, poi ho incontrato mons. Bonetti, ho avuto con lui un colloquio lungo, durato più di due ore e per la prima volta mi sono sentito davvero accolto».
Qual è il problema più grosso per i separati?
«L’essere genitori. Ai padri è impedito a volte di vedere i propri figli e quindi di educarli, le madri iperpossessive e affidatarie, non tollerano la loro intrusione. Le donne separate, invece, hanno il problema opposto, i loro ex coniugi sono irresponsabili e non si occupano dei figli, sono padri latitanti».