Opinioni & Commenti
Famiglie, nuove povertà e crisi da «quarta settimana»
Per capire il fenomeno delle «nuove povertà» tornato in questi giorni prepotentemente alla ribalta sui mass media gli «esperti» partono sempre dai numeri. Lo studio dell’Irpet sulla povertà ed esclusione sociale in Toscana, presentato nel novembre 2006, fa emergere ad esempio un quadro di progressivo indebolimento di alcune fasce sociali e individua un nucleo di circa l’1% della popolazione toscana pari a 34 mila 800 persone che vive in condizioni di povertà assoluta, mentre circa il 5% (175 mila) vive in condizioni di povertà relativa, cioè con un reddito inferiore del 60% rispetto a quello di una famiglia media italiana. Chi analizza il mondo dei consumi, del resto, ha ormai da tempo evidenziato il fenomeno della crisi da «quarta settimana», in cui gli acquisti crollano perché le famiglie non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese.
Indiscutibilmente, occorre avviare con urgenza una politica di welfare che metta al centro dell’attenzione la famiglia, con interventi specifici di politiche sociali e a sostegno del lavoro, riconoscendo e sostenendo però al tempo stesso, in attuazione del principio di sussidarietà, le iniziative che nascono dalle diverse forze sociali per condividere i bisogni delle persone in difficoltà. Come ci ha ricordato Benedetto XVI nella Deus caritas est, infatti, «non c’è nessun ordinamento sociale giusto che posssa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo».