Lettere in redazione
Famiglie numerose e padri separati
Gentile direttore, mi fanno ridere e rammaricare queste madri di famiglie numerose (e meno male sono sempre meno…) che di recente e più volte sono andate davanti al Parlamento a chiedere sussidi (insomma soldi… che poi servono per la badante, le pulizie, l’asilo nido privato, ecc.). C’è chi ha un solo figlio oggi e fa fatica a camparlo e noi dovremmo pagare con le nostre tasse l’ingordigia di donne che hanno già 4-5 figli e magari ne vogliono altri 2 o 3? Roba da matti! È come se volessimo dare sussidi a delle persone per comprarsi la terza casa, mentre c’è ancora chi non riesce ad avere la prima. Pensate ai padri separati che ne hanno uno di figli… e neppure lo possono vedere, e nessuno li aiuta, nessuno dà loro sussidi o una casa dove stare, pensate che nei tribunali un papà separato che chiede di ridurre l’assegno alla ex moglie perché ha fatto un nuovo figlio si vede rispondere sulla sentenza: «No, non le abbassiamo l’assegno, ci doveva pensare prima di fare un figlio». Dov’è l’equità? Dov’è la giustizia sociale? Non è giusto un mondo dove c’è chi non ha diritto neppure ad un figlio e chi ne può fare dieci.
Pubblichiamo questa lettera, di fatto anonima, solo perché sappiamo che dietro c’è un nome e un cognome. Per di più non è la prima volta che questa persona ci scrive. Comprendiamo pertanto il dramma che può comportare una separazione coniugale soprattutto quando dal matrimonio sono venuti dei figli e di conseguenza comprendiamo il dolore di un padre (o di una madre) se a seguito di questa separazione gli viene impedito di vedere il figlio. Comprendiamo anche che ci possano essere difficoltà economiche a ricrearsi (come si usa dire) una vita con una nuova compagna e altri figli. Dobbiamo però precisare che pur comprendendo non possiamo, come cattolici, condividere certe scelte, così come non possiamo condividere quanto afferma il nostro lettore a proposito delle famiglie numerose. Anzi: troviamo veramente fuori luogo che chi soffre perché non può vedere il figlio rida e si rammarichi per certe madri, che definire «ingorde» è davvero offensivo. Va anche precisato che le famiglie numerose non chiedono soldi, ma rivendicano che alla famiglia sia riconosciuto il ruolo di cellula fondamentale della società secondo il dettato della nostra Costituzione. E quindi venga sostenuta con politiche adeguate anziché penalizzata come spesso succede e come abbiamo avuto modo di dimostrare anche nel numero scorso con un editoriale che partiva dal cosiddetto «Isee».