Lettere in redazione
Famiglie numerose deluse da nuovo Isee
Insomma, tutti si scopriranno più ricchi e, stando così le cose, dovranno pagare di più per usufruire di un servizio (mense, nidi, università etc..). Capiamo e condividiamo l’esigenza della lotta ai furbetti. Ma a nostro avviso questo Isee, così com’è, suona come un colpo basso sferrato anche verso chi, fino ad oggi, ha sempre mostrato ai Caf tutti i documenti. Tutto perduto? Forse no, se le amministrazioni a livello locale adotteranno nuove soglie per l’accesso ai servizi (in questo senso molto ci aspettiamo dal decreto attuativo del Mef). E se il governo, fra un anno, terrà conto di quanto emergerà dalla verifica della sperimentazione dell’Isee. Se si costituirà un gruppo di monitoraggio, noi ci candidiamo a farne parte.
Quello che denunciate come Associazione famiglie numerose è il frutto di decenni di politiche sociali che hanno penalizzato le famiglie con figli, contribuendo in modo determinante al crollo della natalità che con 8,18 nati ogni mille abitanti colloca l’Italia al 192° posto nel mondo, superati solo da Giappone (7,64) e Hong Kong (7,42). Basti pensare che negli Stati Uniti (e non cito paesi del terzo mondo!) il tasso è del 14,0. E per passare all’Europa, in Francia è il 12,2, nel Regno Unito il 12,0, come in Norvegia. Anche la Cina, nonostante la perniciosa politica del figlio unico, di cui oggi cominciano a pentirsi, è ben sopra di noi (13,1). Per l’Isee c’è poi un’altra questione. In un paese come il nostro, dove l’evasione fiscale è ampiamente diffusa e i «furbetti» si annidano ovunque, c’è la quasi certezza che chi denuncia tutto, o perché onesto o perché costretto, venga ulteriormente penalizzato anche nell’accesso ai servizi sociali da chi evade le tasse.
Claudio Turrini