Italia

Famiglie e Covid-19, De Palo: “Darci fiducia per ricostruire il Paese”

Per oltre 6 famiglie italiane su 10 è l’assegno unico-universale per figlio la proposta più urgente da mettere in campo per scongiurare la crisi economica e sociale del Paese. Mamme e papà chiedono a Governo e Parlamento di trasformarla in realtà già adesso, nel passaggio tra l’emergenza da Covid-19 e l’auspicato ritorno alla normalità: è uno dei dati più significativi emersi dall’indagine “Le famiglie e l’emergenza Covid-19: una fotografia attuale”, realizzata dal network internazionale di Sfera, l’area di Rcs MediaGroup dedicata all’infanzia, insieme al Forum delle associazioni familiari, e presentata giovedì 9 luglio, in diretta streaming. All’indagine hanno aderito più di 12.500 famiglie di tutta Italia.

Lockdown e armonia familiare. Il report evidenzia che “il lockdown prolungato e le restrizioni legate alla pandemia hanno rafforzato e migliorato, nella stragrande maggioranza dei casi, le relazioni di coppia e il rapporto tra genitori e figli, con una forte aspettativa di miglioramento dell’armonia familiare anche per il prossimo futuro”.In questo senso, “la convivenza forzata ha inciso positivamente sulla coppia per il 31% del campione e non ha inciso per il 56%: dunque, l’87% degli intervistati ha registrato dati confortanti a livello di relazioni coniugali durante e subito dopo la quarantena”. Ben il 48% ha detto che è migliorata la relazione con i propri figli, con un 40% che ha mantenuto questo rapporto inalterato: le famiglie che escono dunque rafforzate nei propri legami con la prole, segnale inequivocabile del bisogno di rivedere al più presto, rispetto a quanto fatto in passato, le modalità di conciliazione famiglia-lavoro.

Le paure per il futuro. Le paure più radicate oggi nei nuclei familiari italiani sono “perdere il lavoro (47%) e il peggioramento della propria condizione economica (49%), con conseguente impoverimento e aumento del divario ricchi-poveri”. Quanto, invece, alle conseguenze già in atto in famiglia, “per il 71% ci sono problemi economici, per il 52% i guai sono lavorativi, il 34% ha dovuto fare i conti con disagi legati all’assenza di servizi e con le difficoltà nella gestione dei figli”.

Il tema del rientro a scuola a settembre “è la seconda priorità d’intervento (59% degli intervistati) per le famiglie italiane appena dietro l’assegno unico-universale.Solo il 23% ha ritenuto opportuno inserire come priorità il reddito di emergenza e appena il 13% il bonus baby-sitter”. Poi, “non esaltanti” sono “le valutazioni di gradimento sulle misure messe in campo dal Governo per contenere le conseguenze dell’emergenza Covid-19, specie quelle per la gestione dei figli: solo il 10% si è detto soddisfatto delle soluzioni previste per il riavvio dell’anno scolastico, appena il 25% dell’estensione dei congedi parentali”.

Dare fiducia. “L’indagine – ha sottolineato il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo – conferma che la stragrande maggioranza delle famiglie italiane sceglie la misura dell’assegno unico-universale per ogni figlio: un provvedimento efficace per restituire fiducia nel futuro ai nuclei familiari del nostro Paese. Lo spezzettamento dei contributi in bonus, incentivi, mancette non ha colto il gradimento delle famiglie. È importante che il Governo dia un segnale forte in tal senso”. Ancora una volta, “i nuclei familiari sono espressione chiara delle esigenze del Paese reale e comprendono la distanza dei provvedimenti messi in campo da quanto è più necessario per loro e per i loro figli”. Oltre all’assegno unico e alla riapertura delle scuole a settembre, “le famiglie chiedono fiducia.

Non vogliamo l’elemosina, ma essere messi in condizione di aiutare il Paese”. Il presidente del Forum ha anche annunciato che si sta lavorando per organizzare gli Stati generali della natalità per il 14 maggio 2021.

No ripartenza, ma rigenerazione. “Il Covid-19, prima emergenza globale di questa portata, segna uno spartiacque che aiuta a leggere una serie di limiti del nostro modello precedente e, auspicabilmente, ad aprire e vie di cambiamento”, ha affermato Chiara Giaccardi, direttrice del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, nel suo intervento. “Il Covid-19 ha messo a nudo la fragilità del nostro sistema sociale, ma ha svelato anche la forza dei legami, in particolare di quelli familiari.

Se non ci fossero state le famiglie, l’Italia non avrebbe tenuto.

Le famiglie sono state scuola, infermeria, ristorante, cura per le persone sole”, ha evidenziato la sociologa, per la quale “le richieste delle famiglie sono di riconoscimento e coinvolgimento dentro un progetto di rigenerazione necessario”. Giaccardi ha precisato: “A me la retorica della ripartenza non piace. Ripartono le macchine, che non cambiano. La società è un organismo e cambia, impara e si rigenera, mettendo in campo le energie che scopre proprio nel momento della prova”.E “lo shock di realtà” provocato dalla pandemia “ha mostrato che il legame viene prima dell’individualismo: altrimenti, non ci sarebbero state tante persone che si sono sacrificate per proteggere i più fragili. Questo va valorizzato per la rigenerazione”.

Sulla priorità che le famiglie attribuiscono alla scuola, la sociologa ha sostenuto: “La scuola non deve essere considerata solo in termini di apprendimento, ma di opportunità di socializzazione e di integrazione di tutte le componenti sociali, anche le più fragili”. La priorità di tornare tra i banchi a settembre “nasce allora dalla consapevolezza che la scuola è luogo educativo imprescindibile, dove si impara a diventare cittadini, a diventare umani”. Con il lockdown, poi, “ci siamo inventati modi nuovi per stare, anche a distanza, in contatto con gli altri. Questo indica la nostra resilienza, cioè, data una perdita, il mettere in atto una modalità proattiva che accresce la nostra capacità di relazione”. Rispetto a come si è vissuta l’emergenza, con uno split geografico tra Nord e Sud, Giaccardi ha notato che questo dipende dal fatto che “al Sud, pur meno toccato, si sa che la sanità è più debole. Questo split non è una percezione ma riflette un’Italia a due velocità. La ricerca ha fatto emergere disuguaglianze che toccano tante dimensioni, quella sanitaria è molto grave nell’ottica di una rigenerazione”. La sociologa ha messo in evidenza anche sull’importanza della cultura per vincere le disuguaglianze. “Lo schema della ripartenza è perdente e masochista, perché torneranno a un prima anche peggiore a com’era – ha concluso -, invece la rigenerazione ci permette di mettere a frutto le energie che la resilienza ci ha permesso di scoprire”.