Opinioni & Commenti
Famiglia, una crisi annunciata
Continua a crescere il numero degli italiani separati e divorziati: nel 2002 l’incremento rispetto all’anno precedente è stato rispettivamente del 4,9% e del 4,5%, mentre rispetto al 1995, addirittura, del 52,5% e del 54,7%. La consueta indagine annuale dell’Istat sulle separazioni e sui divorzi conferma, quindi, il trend di crescita. Se nel 1995 ogni 1.000 matrimoni si verificavano circa 158 separazioni e 80 divorzi, 7 anni dopo le proporzioni sono arrivate a 257 e 131. Pubblichiamo, a riguardo, una nota del teologo MARCO DOLDI.
Davanti a questi dati è doveroso tentare di individuare le cause del fenomeno, perché, individuate, si possano cercare più efficacemente i rimedi. Come mai i matrimoni si sfasciano così frequentemente? Al riguardo è utile l’analisi condotta dal Tribunale ecclesiastico regionale ligure, che ogni anno, attraverso il vicario giudiziale, offre alcune note pastorali. A scanso di equivoci è bene precisare che non ogni matrimonio che si rompe sia automaticamente nullo: tuttavia, è pur vero che il contesto generale nel quale i giovani vivono li influenza realmente in modo più o meno determinante.
Proprio al mondo in cui vivono i ragazzi è dedicata la riflessione annuale del Tribunale ligure; si tratta di addentrarsi nelle realtà giovanili, ossia in un’età in cui vi è una certa inesperienza, ma anche un profondo senso critico; la personalità si forgia, assumendo quelle caratteristiche che influiranno inevitabilmente negli anni successivi e nella vita matrimoniale. Come appare il variegato contesto in cui vivono i giovani?
Innanzitutto, si deve registrare una mancanza di modelli e di valori autentici, mancanza da addebitare al mondo degli adulti, piuttosto che a quello dei giovani. Sono assenti quei valori fondamentali, senza i quali è difficile che una persona riesca a realizzare il senso del suo vivere: la schiettezza e la sincerità, lo spirito di donazione, lo spirito di sacrificio, l’abnegazione e la rinuncia a se stessi, la fedeltà, l’impegno nel perseguire ciò che si è prefissi. Aggiungiamo che il nostro mondo è pervaso dal relativismo morale, per cui tutto è messo in discussione e ha valore solo quello che può venir bene in quella circostanza. Circa i modelli, un giovane ha davanti a sé un’infinità di stili di vita: quello della propria famiglia dove, forse, esiste già un divorzio quello della libera convivenza, quello dei “single”, quello degli omosessuali, quello diffuso nelle “fiction” televisive e nei “reality show”, dove il concetto d’amore coincide con la pura attrazione fisica, irrefrenabile e irrazionale.
Ancora, si deve ricordare la precocità del rapporto sessuale e i fidanzamenti lunghissimi. Spesso, con l’approvazione dei genitori e con il suggerimento di alcune precauzioni, onde evitare una gravidanza indesiderata, si verificano rapporti affettivi in età giovanissima. Questo fatto non è privo di conseguenze: i due nel diventare adulti non si accorgono che stanno cambiando e lo stare insieme, talvolta tutto il giorno, diventa un’abitudine e una necessità tale da non poter fare a meno l’uno dell’altra. Così l’amore si trasforma in una forma di tenera amicizia o in un rapporto di tipo fraterno. Finalmente, il matrimonio deve essere inesorabilmente celebrato, perché le due famiglie, gli amici, l’ambiente intorno dà per ovvio e scontato che i due si sposino. Questo è sorgente di enormi condizionamenti. Avviene, così, che, malgrado il grande numero di anni di relazione prenuziale, i due si separino dopo pochi mesi dalle nozze, perché ammettono di non conoscersi davvero o di non essere innamorati.