Vita Chiesa

Famiglia: mons. Paglia (Istituto Giovanni Paolo II), «nasce ufficialmente l’Osservatorio internazionale»

Ad annunciarlo ai giornalisti, in sala stampa vaticana, è stato mons. Vincenzo Paglia, Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico «Giovanni Paolo II» per le scienze del matrimonio e della famiglia e presidente della Pontificia Accademia per la vita, precisando che l’iniziativa si propone di rispondere «a quanto Papa Francesco ha chiesto più volte, in questi anni, ossia un’attenzione specifica al vissuto concreto delle famiglie».

La prospettiva del nuovo Osservatorio, ha spiegato il Gran Cancelliere, è quella di «dialogare con tutte le altre scienze antropologiche e sociali, per guardare con intelligenza la situazione concreta delle famiglie: non solo per dialogare con esse, ma anche per aiutare la Chiesa ad individuare percorsi che portino a solidificare l’azione familiare». «Non esiste una visione generale sulla famiglia, se non a livello delle Nazioni Unite», ha fatto notare Paglia spiegando il coinvolgimento dell’Università Cattolica di Murcia e della Caritas Internationalis, oltre a quello delle diverse sedi del «Giovanni Paolo II» di tutto il mondo.

Il primo triennio di attività dell’Osservatorio, ha reso noto Paglia, «sarà dedicato allo studio della povertà delle famiglie, intesa nel duplice registro relazionale-affettiva ed economica. Perché se c’è un’urgenza e insieme una ricchezza sorprendente quanto il Vangelo che la rivela, questa è la condizione dei più piccoli, di chi è minore, dell’escluso dalla storia, del non accolto nella città degli Uomini. «Il metodo di lavoro di questo osservatorio sarà inclusivo e diffusivo», ha precisato il Gran Cancelliere: «tutte le istituzioni accademiche finora contattate (circa 20 da 15 nazioni) hanno subito accettato e altre si stanno aggiungendo; a queste realtà sarà affidata la rilevazione dei dati nazionali».

Tra i contributi del neonato Osservatorio, figura anche un articolato servizio di informazione (newsletter periodica, sito web, social), con continue notizie sulla condizione delle famiglie nel mondo e su quanto i molteplici soggetti dedicati operano a loro favore.

«Promuovere un Osservatorio significa impegnarsi nell’attuazione di un sistema permanente di lettura, confronto e interpretazione di dati quantitativi e qualitativi, che consenta di comparare i vari contesti nazionali e di seguire nel corso del tempo i cambiamenti», ha spiegato Francesco Belletti, direttore del Centro internazionale studi famiglia (Cisf), durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo Osservatorio internazionale sulla famiglia. «La scelta di dedicare un Osservatorio al tema famiglia – ha spiegato l’esperto in sala stampa vaticana – è legata alla convinzione che, pur in presenza di un’ampia serie di dati, indicatori, indagini e sistemi di monitoraggio a livello internazionale, manchi comunque una riflessione specificamente indirizzata a leggere il valore della famiglia nel vivo delle comunità nazionali, capace di parlare prima di tutto alla comunità sociale e civile».

L’attività dell’Osservatorio comincerà con «un progetto triennale su famiglia e povertà», che occuperà il triennio 2019-2021. «La lotta alla povertà costituisce uno degli obiettivi prioritari dell’agenda internazionale, come risulta anche dagli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile 2030, promossi dalle Nazioni Unite», ha sottolineato Belletti a proposito della scelta di questo tema come «priorità». Il progetto triennale, in particolare, «intende analizzare il ruolo che le relazioni familiari giocano nei confronti della condizione di povertà delle persone, la loro capacità di essere fattore protettivo, ma anche gli elementi di vulnerabilità in caso di un loro indebolimento». «La povertà delle famiglie – la constatazione di fondo – dipende da un complesso sistema di interazioni, in cui le risorse e le fragilità dei sistemi relazionali familiari affrontano sfide e opportunità generate dal sistema economico e dalle (possibili) azioni di politica pubblica (modelli di welfare, politiche solidaristiche, responsabilità dei vari livelli della pubblica amministrazione, presenza di sistemi misti di privato, pubblico e non profit)».

Nel dettaglio, il progetto prevede un primo percorso triennale (2019-2021), su due fasi: la prima dedicata a «famiglia e povertà relazionali», la seconda a «famiglia e povertà economiche e strutturali». Il primo report di sintesi sarà pubblicato a maggio 2020; il secondo report è previsto per maggio 2021. Sono previsti anche due seminari intermedi di coordinamento (uno nel 2019 e uno nel 2020) tra tutti i diversi referenti nazionali. L’indagine sarà realizzata in alcune nazioni, rappresentative dei diversi contesti mondiali, dove esperti e centri universitari redigeranno una «Scheda-Paese», con dati quantitativi e qualitativi. Al termine della redazione dei «casi nazionali» verrà redatto un report comparativo. In particolare per il primo anno (famiglia e povertà relazionale) le domande si incentreranno sul rapporto tra qualità relazionale delle famiglie e soggettività economica della famiglia, compiti educativi e capacità di cura e solidarietà Tre aspetti trasversali. Tra le priorità che resteranno in modo permanente sotto osservazione, ha reso noto Belletti, «il ruolo della donna, la condizione dei bambini, il ruolo delle nuove tecnologie e dello sviluppo delle reti sociali digitali».