Vita Chiesa
Famiglia, il recente Sinodo raccontato dal card. Baldisseri
Con la conclusione del Sinodo straordinario e l’approvazione della relatio synodi si apre una nuova fase, un tempo di ulteriore ascolto e discernimento sui temi cruciali delle famiglie, attraverso l’ascolto delle Conferenze Episcopali che a loro volta ascolteranno le persone, per giungere così, preparati, alla seconda parte del Sinodo, quello ordinario, che si svolgerà nell’ottobre del 2015.
A spiegare questo percorso è stato uno dei protagonisti del Sinodo: il cardinal Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, invitato a Livorno dal vescovo Simone Giusti, per chiudere l’anno giubilare mariano, nel 450 anniversario della proclamazione di Maria di Montenero a patrona principale della città di Livorno.
Due giorni intensi quelli trascorsi a Livorno dal cardinale: il porporato, toscano, originario di Barga, ha presieduto la celebrazione al Santuario, inaugurando anche la mostra dei presepi; ha poi incontrato i ragazzi dell’istituto scolastico cattolico «L’Immacolata», guidato dalle suore Mantellate, e con loro ha festeggiato la ricorrenza patronale. Nel giorno dedicato a Maria, ha presieduto un’altra celebrazione nella chiesa della Madonna, quella che chiudeva solennemente l’anno giubilare; ha premiato gli studenti vincitori del concorso mariano ed infine ha tenuto una conferenza pubblica proprio sui temi del Sinodo.
«Vedere, giudicare e agire: questa è l’impostazione data da Papa Francesco e seguita dal Sinodo, una impostazione nuova per la Chiesa – ha sottolineato Baldisseri durante l’incontro pubblico – che ricalca invece una pratica in uso in America Latina. Nella Chiesa occidentale da sempre prima viene la dottrina, con questa nuova metodologia si fa prima un’analisi di come vanno le cose, la situazione, si legge la realtà dal punto di vista cristiano, dopodiché si agisce, si passa alle linee guida. L’instrumentum laboris, di cui si è servito il Sinodo è proprio l’espressione di questo nuovo modo di operare. Non è stato l’ascoltare uno studioso, un accademico, sui temi della famiglia, bensì un voler ascoltare la gente comune, le loro esperienze, le situazioni concrete».
La relatio synodi, approvata dall’Assemblea, è anche il testo base da cui partono i lineamenta per il Sinodo 2015 (presentati il 9 dicembre, ndr
«Anche al termine del Sinodo del 2015 – ha precisato il cardinale – non ci saranno “soluzioni”, bensì “orientamenti”, la dottrina non cambia, ma sicuramente l’invito sarà quello di valutare sempre caso per caso, il Papa insiste molto su questo aspetto: non siamo tutti uguali, ciascuno è differente dall’altro e anche l’applicazione delle norme deve essere fatta caso per caso, e qui il lavoro paziente e difficile dei parroci, il contatto diretto e personale con le situazioni e le persone».
Il Sinodo è stato un evento di portata mondiale, che ha occupato le pagine dei Media giorno per giorno per due settimane, ma non sempre gli organi di informazione sono riusciti a rendere la portata di quest’Assise: «Tanti i temi – ha precisato il porporato – non sono emersi: primo fra tutti la concezione diversa del matrimonio nelle culture non occidentali, ad esempio nella cultura africana e in quella asiatica; le situazioni drammatiche delle famiglie dove alcuni membri sono costretti a migrare; i problemi dei gruppi familiari separati dalla guerra o dalle persecuzioni; le questioni legate ai matrimoni combinati, molto presenti in certe parti del mondo. L’attenzione si è forse concentrata troppo sulle questioni legate ai separati, risposati e divorziati, che in realtà rappresentavano solo 2 o 3 punti dei 62 numeri del documento preparatorio su cui il Sinodo ha discusso. Ma ciò che mi preme più di ogni cosa – ha concluso – è che emerga che il Sinodo è stato e vuole essere un’occasione unica, per evidenziare soprattutto gli aspetti positivo: quanto sia bello costruire e essere famiglia».