Prato

Famiglia, i diritti da riaffermare

Un incontro per ricordare l’attualità di un documento, a trent’anni dalla sua pubblicazione. È la Carta dei diritti della famiglia, che sarà al centro di una giornata di riflessione nel pomeriggio di questo sabato 25 gennaio, in Palazzo vescovile in piazza Duomo. «Carta dei diritti della famiglia. Attualità di un documento sociale, 30 anni dopo» sono il titolo e il sottotitolo dell’incontro che prenderà il via alle 15,30 con i saluti del vescovo Agostinelli. «L’obiettivo dell’incontro è quello di far conoscere questo documento, così ricco e così poco conosciuto», sottolinea Andrea Frassinetti, dell’Associazione pratese per i Diritti della famiglia/Forum provinciale delle associazioni familiari. «Non è un documento di catechismo, ma una riflessione sul ruolo della famiglia nella società. Oggi si parla molto di welfare per i singoli, ma il ruolo della famiglia come soggetto sociale rimane solo sulla carta. Così, ad esempio, le società sportive dilettantistiche hanno un ruolo sociale riconosciuto, non altrettanto la famiglia che supplisce il welfare, ma trova una enorme difficoltà a essere riconosciuta come soggetto sociale». «Nata in seguito al Sinodo dei Vescovi del 1980, su spinta di Papa Giovanni Paolo II, la Carta mette al centro l’uomo, non nella sua individualità, ma l’uomo nella famiglia», sottolinea Alessandra Pagnini, dell’Unione Giuristi cattolici di Prato. «Altri documenti si sono interessati di famiglia, ma qui vengono enucleati e sviluppati questi temi in modo organico. La Carta è scaturita dalla volontà di presentare a tutti i contemporanei, cristiani e non, la formulazione completa dei diritti fondamentali inerenti quella società naturale universale che è la famiglia. E quindi, fra gli altri: i diritti della persona che fa parte della famiglia; la famiglia come unione intima fondata sul matrimonio e aperta alla vita; la famiglia come comunità di amore e solidarietà, ma anche come luogo di incontro fra generazioni. La famiglie e la società insomma sono legate da vincoli con funzioni complementari».Dopo 30 anni, la Carta è ancora attuale. Anche a Prato, come dimostrerà tutto il discorso sulle famiglie dei migranti che sarà affrontato da mons. Santino Brunetti, vicario episcopale per gli immigrati. «In generale, la società deve mettere la famiglia in condizione di svolgere il proprio ruolo. Le istituzioni sono piene di bandi per il singolo, ma c’è difficoltà a far passare politiche strutturali per la famiglia», sottolinea Frassinetti. «Che cosa significa avere un progetto di vita che chiede il riconoscimento alla società? Al primo posto ci sono le necessità materiali: una cosa allarmante è infatti la povertà che cresce maggiormente quanto più alti sono i carichi familiari. Chi ha più di un figlio scende rapidamente verso e oltre la soglia di povertà».«Come associazioni familiari siamo impegnati a fare proposte e integrazioni alle norme attali. A Prato ci prepariamo a farci interlocutori con i futuri candidati a sindaco», conclude Frassinetti, che auspica: «La nostra prima proposta è un punto irrisolto: quello di far funzionare davvero la Consulta Famiglia che finora ha avuto prevalentemente un ruolo rappresentativo. Il suo compito deve essere quello di progettare e proporre, specialmente sul tema delle politiche fiscali e tariffarie».