Un pacchetto di misure volte a conciliare in maniera più efficace la vita professionale con quella familiare: è l’iniziativa varata oggi dalla Commissione europea, che passa per competenza (procedura di codecisione) al Parlamento e al Consiglio Ue. Nel pacchetto sono presenti anzitutto alcune proposte – che rivedono direttive comunitarie e si prefiggono di creare una situazione omogenea nei 27 Stati membri – per migliorare i congedi di maternità, riservati sia alle lavoratrici dipendenti sia a quelle che lavorano in proprio o a tempo determinato. Il congedo minimo dovrà infatti essere fissato non più a 14 ma a 18 settimane al 100% del salario. Gli Stati aderenti hanno la possibilità di fissare limiti diversi purché migliorativi. Le settimane a disposizione potranno essere utilizzate sia prima che dopo il parto. Una protezione simile, su base volontaria è prevista per le donne che lavorano in proprio o nell’azienda di famiglia. Le misure contro i licenziamenti saranno rafforzate ha spiegato il commissario Vladimir Spidla e inoltre il datore di lavoro dovrà assicurare che, al rientro dal congedo, la donna possa essere collocata nella stessa mansione o in una equivalente. Troppo frequentemente avere un figlio costa alle madri il posto di lavoro oppure lo stipendio. Nel presentare il pacchetto per la famiglia, il commissario agli affari sociali e all’impiego Vladimir Spidla spiega: Le misure avanzate oggi dovrebbero permettere alle donne di partecipare meglio al mercato del lavoro, facendo ugualmente fronte all’invecchiamento della popolazione. In effetti i paesi che hanno i più alti tassi di lavoro femminile sono anche quelli in cui si registrano tassi di natalità più elevati. Attualmente su 27 Stati membri, 13 prevedono già un congedo di maternità pari o superiore alle 18 settimane proposte dalla Commissione. I documenti presentati dall’Esecutivo passano ora al vaglio dell’Europarlamento e dei governi nazionali, con la possibilità che siano approvati entro il 2009; gli Stati avranno poi due anni di tempo per la loro piena applicazione. Il secondo aspetto affrontato nel pacchetto riguarda la disponibilità di servizi per l’infanzia (asili nido, scuole materne), giudicata dallo stesso Spidla insufficiente. Inoltre ma a più lungo termine, la Commissione vorrebbe migliorare altre forme di congedo parentale, fra cui quello riservato ai padri e quello per i genitori adottivi.