Firenze
«Falsi esorcismi»: intervista a don Francesco Bazzoffi
di Riccardo Bigi
Di recente però il cardinale Antonelli con una lettera (che pubblichiamo qui sotto) le aveva tolto l’autorizzazione alle benedizioni personali
«Questo è avvenuto nell’ambito di una indagine conoscitiva che il cardinale ha aperto sulla mia attività, anche per renderne conto ai miei confratelli. Un’indagine che ho accolto con favore, perché mi rendo conto che una attività come la mia può indurre sospetti o perplessità, ed è bene che venga verificata da chi ha l’autorità per farlo. Mi è sembrato positivo che, pur sospendendo in via cautelativa le benedizioni, in attesa di concludere la verifica, il cardinale mi conceda di continuare a celebrare la Messa e a confessare».
Dove si svolgono i vostri incontri di preghiera?
«Da molti anni ormai ci incontriamo ogni domenica alla Casa Santi Arcangeli, vicino a Barberino di Mugello. Ogni settimana ci sono circa 400 persone che vengono anche da Prato, da Bologna o da altre città, molte delle quali tornano spesso».
C’è la possibilità che qualcuno arrivi lassù con aspettative eccessive o sbagliate?
«L’aspettativa c’è sempre, nel cuore di chi soffre. Noi cerchiamo di porre tutto all’interno di una prospettiva di fede. Stiamo molto attenti a non ingenerare, né con gli scritti né con le parole, l’illusione o la speranza di essere guariti. Il rischio di un approccio superstizioso esiste, quindi bisogna spiegare bene ciò che si fa. So che alcune persone ad esempio frequentano anche altri sacerdoti o altri santuari: io dico sempre che fanno bene, ma che si devono ricordare che quello che devono cercare è Gesù, e non il prete più “bravo”».
Le capita anche di indirizzare le persone verso i sacerdoti autorizzati fare esorcismi?
«Se penso sia utile, sì; oppure di invitarli ad andare da un medico o uno psicologo».
L’accusa che le rivolgono è di aver inscenato false guarigioni. Cosa ne pensa?
«Mi fa sorridere, se non fosse una cosa dolorosa. La mia esperienza è iniziata nel 1984: attualmente dalla Casa passano circa 20 mila persone l’anno. Come avrei potuto ingannare così tanta gente per così tanto tempo? E poi a che scopo? Quello che faccio è anche una grande fatica, e il problema è delle troppe persone che vengono: altro che usare trucchi per attirarne di più».
L’indagine della magistratura parla anche della raccolta delle offerte. Come vengono utilizzate?
«Intanto una precisazione. La Casa Santi Arcangeli non è un ente giuridico, e quindi non può avere un suo conto corrente: per questo ne ho aperto uno di cui io sono il titolare, ma tutti i miei collaboratori sanno che è il conto su cui transitano i soldi destinati alle nostre opere caritative. Possono sembrare tanti soldi, ma sono la somma di piccole offerte dei singoli fedeli. E chi controlla i conti, così come vede le entrate, dovrebbe essere in grado di vedere anche che via via questi soldi sono sempre usciti diretti in India o nelle Filippine».
A cosa sono serviti?
«In India abbiamo costruito una casa per le suore Orsoline, un istituto per anziani, la chiesa di San Pio a Mangalore costata 300 mila euro. Nelle Filippine un ambulatorio, una scuola e il noviziato per le suore. Tutti i mesi poi mandiamo alle suore, nelle Filippine, 2.500 euro che servono per l’assistenza ai bambini, e altri 1.500 euro al vescovo di Kalikit, in India, per un orfanotrofio. Questo solo per ricordare le cose più importanti. E sono tutte attività, documentate da foto e filmati, che io e i miei collaboratori abbiamo visitato più volte».
Questi soldi potevano essere gestiti con più trasparenza?
«Abbiamo sempre fatto le cose nella semplicità, ma anche nella chiarezza. Per esempio, ho già disposto, per evitare confusione, che alla mia morte la Casa Santi Arcangeli, che abbiamo acquistato e ristrutturato proprio con le offerte dei fedeli, divenga di proprietà della Santa Sede. Dire che abbia fatto tutto questo, in tutti questi anni, per interesse personale mi sembra davvero impossibile».
Da sapere
L’esorcismo è un «sacramentale» che viene praticato per sottrarre una persona dall’influenza del Maligno. Può essere effettuato solo da sacerdoti appositamente incaricati dal Vescovo. Per rispondere ai dubbi e alle domande (e anche ai tanti fraintendimenti) su questo tema, la Diocesi di Firenze ha incaricato anche alcuni sacerdoti e religiosi di informare e orientare le persone che chiedono un esorcismo. Uno di questi è padre Gabriele Alessandrini, dei Servi di Maria. «Arrivano da me molte persone – spiega – che hanno problemi di salute, familiari, economici, o situazioni che causano ansia e paura. Generalmente, alla fine si convincono che non hanno bisogno di un esorcista: in tanti anni non mi è mai capitato nessuno che ne avesse una reale necessità». Come avvengono i colloqui? «Sono molto lunghi, perché c’è bisogno di spiegare ma soprattutto di ascoltare. Spesso le persone hanno bisogno della catechesi più elementare, c’è molta confusione. Dal punto di vista dottrinale, mi rifaccio alla Nota dei vescovi toscani a proposito di magia e demonologia che è esaustiva e risponde a tutti i dubbi».
La lettera del Cardinale a don Bazzoffi
Card. Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze