Cultura & Società
Fai, ecco “I luoghi del cuore” finora più votati in Toscana
Nato come tenuta di caccia in epoca medicea, nel secondo Ottocento fu riprogettato dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes D’Aragona, che rese il castello – con le sue 13 sale monumentali ispirate all’arte indiana e moresca – un capolavoro dell’Eclettismo, senza pari in Italia e con pochi confronti anche a livello internazionale. Trasformato con le sue 140 stanze in hotel di lusso, dopo una serie di vicissitudini e di aste giudiziarie mai aggiudicate tra 2015 e 2017, il bene è tornato alla Sammezzano Castle srl, che lo aveva acquistato nel 1999 per farne un resort e che è uscita da una procedura di fallimento. In occasione della presentazione dei risultati del X censimento “I Luoghi del Cuore”, avvenuta a febbraio 2021, la proprietà aveva annunciato l’avvio di una serie di interventi di recupero nel parco di 190 ettari che circonda il castello, ma i lavori non sono cominciati e Sammezzano si trova ancora in stato di abbandono e senza prospettive certe, circostanza che impedisce anche l’assegnazione dei contributi Luoghi del Cuore, che vengono erogati solo a enti non profit e a fronte di progetti certi di tutela, valorizzazione e fruizione. Sono tante le persone che, cogliendo appieno il senso del censimento del FAI, a ogni nuova edizione tornano spontaneamente a votarlo per mantenere alta l’attenzione, con la speranza, vista la sua bellezza e unicità, di vederlo prima o poi aperto alla fruizione pubblica.
Segue la Via Vandelli: la madre di tutte le strade moderne, che tocca diverse località tra Emilia-Romagna e Toscana, voluta dal duca Francesco III d’Este per collegare la sua capitale Modena con Massa e il mar Tirreno. Realizzata nel 1739 da Domenico Vandelli, era la più avveniristica delle strade carrozzabili e paradigma della rivoluzione viaria settecentesca per il commercio dalla Pianura Padana al porto di Marina di Avenza. Il percorso, caratterizzato in alcuni tratti ancora dalla pavimentazione originale, si snoda attraverso suggestivi paesaggi naturali come quello del lago termale a Prà di Lana (Pieve Fosciana, Lucca) o delle Alpi Apuane, e nobili palazzi ducali a Modena, Massa e Sassuolo. Lungo tutto l’itinerario sono, inoltre, ancora perfettamente conservati alcuni edifici voluti dal Vandelli stesso con la funzione di osterie, stazioni di posta e rifugi per i viaggiatori, oggi di proprietà privata. I tratti di pavè originale hanno bisogno di un intervento di ripristino e di tutela e le infrastrutture necessitano di adeguata pannellistica storico culturale per farne conoscere l’importanza storica. A supportare questi obiettivi attraverso la raccolta voti c’è il comitato “Amici della Via Vandelli”, che raccoglie amici e viandanti che si sono uniti dopo la riscoperta del percorso e del rilancio come cammino a partire dal 2017.
Ampiamente segnalato l’Oratorio della Madonna del Vivaio aScarperia, frazione del Comune di Scarperia e San Piero (FI) prende il suo nome da un affresco raffigurante la Madonna col Bambino, detta dagli scarperiesi “del Vivaio” perché le scorrevano accanto due fonti che si radunavano in una piccola vasca. Fu proprio per custodire la sacra opera di scuola fiorentina, risalente alla metà del XV secolo, che Gian Gastone de’ Medici nel 1724 iniziò a far costruire il grande oratorio su progetto di Alessandro Galilei. Il risultato è un raro esempio di tempio a pianta centrale, combinazione di una croce greca e del corpo centrale cilindrico sormontato dalla cupola. Solo pochi decenni dopo la sua costruzione, l’edificio iniziò a presentare alcuni problemi strutturali, inclinandosi verso la strada e presentando in seguito una grande lesione che dalle fondamenta ha raggiunto la cupola. Dal 1960 l’Oratorio è chiuso e per anni è stato quasi del tutto abbandonato. Gli interventi di restauro effettuati all’inizio del 2000 hanno risolto i gravi problemi strutturali ma rimane ancora tanto da fare. Il comitato “Per l’Oratorio della Madonna del Vivaio”, costituito nel 2018, si è prefissato l’obiettivo di reperire risorse economiche da impiegare per proseguire nel recupero e mantenimento del bene e per questo ha deciso di attivarsi al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022.
Molti voti anche per Lucignano, borgo di origine medievale in provincia di Arezzo. Ciò che rende questo paese così speciale è l’impianto ellittico ad anelli concentrici e la fortunata posizione geografica. Si trova infatti sulla sommità di un colle che domina la Valdichiana, esattamente al centro tra Firenze, Siena e Perugia. Come tutte le terre di frontiera, ha subito influenze da diverse culture, ma sono prevalentemente senesi gli artisti che hanno lasciato a Lucignano la loro impronta. Ne è un esempio l’Albero d’Oro, esempio unico al mondo di reliquiario a foggia d’albero, realizzato in due riprese nell’arco di oltre 120 anni tra il 1350 e il 1471 e conservato oggi nel Museo Comunale: un magnifico esempio di oreficeria medievale del Quattrocento, realizzato in parte da Gabriello d’Antonio da Siena. Il Comune si è attivato in prima persona nella promozione del borgo e delle sue bellezze nell’ambito del censimento “I Luoghi del Cuore” 2022, affinché vengano conosciute e fruite da un numero sempre più ampio di persone.
Questo luogo rientra nella classifica speciale “I Borghi e i loro luoghi”.