Vita Chiesa

Facoltà teologica, inaugurato l’anno accademico «Pensare la fede, una grazia e una responsabilità»

«Siamo chiamati a sentire nella nostra vita e a far sentire nella vita degli altri quanto sia importante pensare la fede, giungere – compatibilmente con i nostri limiti conoscitivi e con la grandezza incommensurabile di Dio – a una comprensione sempre più profonda dei misteri della rivelazione. Pensare Dio e il suo mistero santo, e in esso il mistero dell’uomo, è dunque per noi una grazia e una responsabilità». Con queste parole il cardinale Giuseppe Betori, nella sua veste di Gran Cancelliere della Facoltà teologica dell’Italia centrale, ha portato il suo saluto nell’incontro di inaugurazione dell’Anno accademico, lo scorso 29 novembre.

A tenere la «Lectio magistralis», nel pomeriggio che ha raccolto nell’aula magna docenti, studenti e amici della Facoltà, è stato don Luca Mazzinghi, che attualmente insegna alla Gregoriana ma che per tanti anni è stato apprezzato e stimato docente a Firenze. La sua riflessione su «Amoris Laetitia» ha toccato gli aspetti biblici e sapienziali del testo di Papa Francesco.

Prima della «Lectio» di don Mazzinghi, l’introduzione del Preside, mons. Basilio Petrà: «La Facoltà teologica dell’Italia centrale – ha spiegato – è fatta di professori, studenti, personale: una comunità di persone di varia provenienza e di varia identità culturale. Siamo quasi 400, appartenenti a diverse Chiese toscane e del mondo intero. Tra i nostri 300 alunni abbiamo italiani ma anche provenienti da Africa, Asia, America del Sud e del Nord, oltre che da diversi paesi europei.

Seminaristi, religiosi e religiose, ma non solo: un terzo, circa 500, sono laici e soprattutto laiche. Sottolineo questo perché è un bel segno, il segno che siamo tutti discepoli del Signore, un solo popolo messianico, tutti chiamati ad annunciare la salvezza in Cristo e a dare ragione della nostra fede e della nostra gioia. La teologia non ha altro senso, che aiutare il discepolo ad apprezzare la ricchezza del dono ricevuto e ad evidenziarne la bellezza e la fecondità».

Anche i professori, sottolinea mons. Petrà, «provengono da diverse chiese toscane, italiane, mondiali: variegate competenze, con una presenza di laici in crescita. Negli ultimi mesi siamo stati impegnati ad accrescere la funzionalità accademica; questo nuovo anno accademico ha visto la Facoltà impegnata in un ampliamento del corpo insegnante, con un inserimento di nuovi incaricati, e in una intensa attività culturale: abbiamo promosso convegni e conferenze. La Facoltà vuole essere luogo di elaborazione di pensiero che possa contribuire alla crescita umana della città, della regione, del Paese».