Vita Chiesa
Facoltà teologica, da dieci anni al servizio di una fede pensata
di Jacopo Masini
La Facoltà teologica dell’Italia Centrale è ormai una realtà consolidata nella nostra regione e uno strumento di formazione elevata per il clero e per i laici». Con queste parole don Andrea Bellandi, Preside della Facoltà, ha sintetizzato il percorso di crescita che la realtà di Via Cosimo il Vecchio ha condotto nei suoi primi dieci anni di storia.
Nella sua introduzione durante l’inaugurazione dell’Anno Accademico, avvenuta lunedì 10 dicembre al Convitto della Calza, il Preside ha citato alcuni obiettivi raggiunti fino ad ora: 350 iscritti, un’apertura sempre maggiore alle diocesi toscane, e a studenti provenienti da 32 nazioni nel mondo. Numeri che parlano «dell’impegno profuso dalla struttura accademica in cui hanno investito la Conferenza Episcopale Toscana e altri enti che hanno a cuore la formazione culturale dei laici, al fine di costituire un punto di riferimento per la ricerca scientifica in ambito religioso», ha ricordato don Bellandi. Sono in corso collaborazioni importanti e scambi culturali con le diverse confessioni cristiane e anche con la comunità ebraica di Firenze. «I prossimi obiettivi da raggiungere, oltre al consolidamento dei risultati fino ad ora acquisiti, saranno – ha concluso il Preside – investimenti sempre più incisivi, anche di carattere economico, per consentire ai docenti stabili di dedicarsi a tempo pieno nella ricerca, portare avanti l’ingrandimento degli spazi, oltre che un più intenso legame con le realtà ecclesiali presenti nel territorio».
Alla relazione introduttiva del Preside della Facoltà è seguito un intervento del Direttore dell’Istituto di Scienze Religiose «Beato Ippolito Galantini», don Alfredo Jacopozzi, che ha ricordato non solo i 20 anni di storia dell’Istituto, ma anche come «con l’avviamento del riordino del ciclo di studi l’Istituto si pone in piena sintonia con le altre realtà universitarie europee. Una comunità di formazione e di ricerca – ha continuato don Jacopozzi – in cui l’impegno si rivolge ad una maggiore apertura e dinamicità per una crescita reale della cultura religiosa».
A seguito di tali interventi ha avuto luogo la Prolusione di mons. Piero Coda, Presidente della Associazione Teologica Italiana e docente presso la Pontificia Università Lateranense. Nel parlare su Il rinnovamento della teologia trinitaria del XX secolo. Bilancio e prospettive, mons. Coda ha sottolineato l’approfondimento operato anche e soprattutto grazie al Concilio Vaticano II del ruolo di Cristo come Parola del Padre, e dello Spirito Santo come vincolo di comunione profonda. Oltre a questo, Coda ha parlato dell’importanza dello studio della teologia come «assunzione nella fede delle dimensioni intellettuali. Questo può portare ad una maggiore interazione tra credenti e non – ha continuato – in un mondo che non è contrario alla fede ma che è in profonda ricerca di una porta per entrare nella fede stessa. L’approfondimento teologico può fornire delle occasioni importanti per stimolare spazi e momenti di incontro per una accoglienza dell’altro vera ed efficace. Da questo punto di vista – ha concluso il Relatore – il Magistero di Benedetto XVI e la sua ultima enciclica Spe Salvi si collocano come un messaggio di apertura, di provocazione e di dialogo sul valore fondamentale del nostro essere uomini oggi».