Firenze
Ex Gkn, don Momigli: serve un supplemento di responsabilità
La nota di don Giovanni Momigli, direttore dell'Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Firenze
Nei tre anni che sono trascorsi dal licenziamento dei dipendenti dello stabilimento GKN di Campi Bisenzio, molte cose sono cambiate, compresa la titolarità della fabbrica – che da dicembre 2021 è divenuta QF spa – ma ad oggi non c’è nessun cambiamento in merito alla possibilità concreta di una prospettiva di ripresa in tempi rapidi.
La Chiesa, che non ha competenza per valutare proposte e offrire soluzioni tecniche alle diverse questioni, ritiene suo dovere farsi voce delle lavoratrici e dei lavoratori che vivono il dramma di questa situazione: da tempo non ricevono il loro stipendio e guardano con preoccupazione al proprio futuro.
In questi tre anni, oltre ai momenti e le dichiarazioni pubbliche, la diocesi ha seguito con attenzione la vicenda attraverso un costante contatto con il sindacato e, in vario modo, ponendosi in ascolto dei lavoratori e della RSU, come ha fatto nei giorni scorsi anche l’Arcivescovo, Monsignor Gherardo Gambelli.
Il fatto che le relazioni industriali si siano gravemente compromesse, rendendo difficile individuare la strada per uno sbocco positivo per tutti i dipendenti, per il sito produttivo e per l’intero territorio, esige un doveroso supplemento di responsabilità di tutte le parti in causa.
Chi ha la competenza di riunire tutte le parti è necessario che lo faccia al più presto. È urgente che lavoratori, sindacati, azienda e istituzioni, locali e nazionali, si siedano allo stesso tavolo, con lo spirito di trovare un punto di incontro da cui partire per sbloccare la situazione.
Per non perdere l’orizzonte e individuare un percorso concretamente possibile, è indispensabile che le parti non rimangano prigioniere del conflitto, ma si sforzino di ricercare insieme una sintesi superiore: «I conflitti ci portano a camminare nei labirinti e dal labirinto si esce da sopra e non da soli» (papa Francesco, 20 Maggio 2024).
don Giovanni Momigli