Cultura & Società
Evoluzionismo e religione, confronto nel nome di Darwin
Sono trascorsi 200 anni dalla nascita di Charles Darwin (1809-1882) e 150 dalla pubblicazione della sua opera principale L’origine delle Specie (1859). In tutto il mondo oltre alle celebrazioni dell’Anno internazionale dell’astronomia proclamato dall’Onu, a memoria dei 400 anni (1609-2009) dell’utilizzazione astronomica del cannocchiale da parte di Galileo Galilei (1564-1642) si sono svolti e tutt’ora sono in programma moltissimi eventi e manifestazioni culturali che commemorano il grande naturalista inglese e, in particolare, affrontano e dibattono le molteplici implicazioni filosofiche, teologiche e sociali della sua teoria dell’evoluzione biologica. Darwin infatti è passato alla storia non solo per aver operato una importante rivoluzione scientifica, un nuovo modo di interpretare, descrivere e spiegare l’origine, lo sviluppo e la trasformazione delle «specie biologiche», ma anche per aver indotto una conseguente rivoluzione ideologica, che ha radicalmente, per non dire «essenzialmente», modificato la tradizionale visione del mondo, consolidata da secoli, compresa la posizione e il significato dell’uomo nella natura.
È comprensibile, pertanto, come l’evoluzionismo biologico, nel corso della sua stessa «evoluzione e complessificazione» storica e in seguito ai considerevoli sviluppi della ricerca bio-tecnologica di quest’ultimo trentennio (si pensi solo alla decifrazione dell’intero genoma umano), continui ad essere oggetto di studi e valutazioni in diversi suoi aspetti e ambiti: non solo come teoria scientifica, nei suoi limiti e nelle sue reali capacità esplicative, ma anche per l’impatto che questo nuovo modo di interpretare e comprendere la realtà biologica e lo stesso «Fenomeno Umano» (per richiamare una celebre opera di Teilhard de Chardin in proposito) ha avuto sulla mentalità, sulla cultura, sull’esperienza religiosa e, in diversi modi, anche sulla qualità della vita umana e sociale.
Nel contesto delle innumerevoli Celebrazioni darwiniane mondiali, il Convegno internazionale «Evoluzionismo e Religione», che si svolgerà alla Fondazione Stensen di Firenze, dal 19 al 21 novembre prossimi, si distingue non solo per l’interesse e l’importanza del tema l’impatto del darwinismo sulla riflessione filosofica e teologica ma anche per l’autorevolezza delle Istituzioni coinvolte: l’Accademia internazionale di filosofia delle scienze (AIPS) e l’Accademia internazionale di scienze religiose (AISR), entrambe con sede a Bruxelles. Al Convegno parteciperanno circa 60 studiosi (scienziati, filosofi, teologi) provenienti da diverse e prestigiose università internazionali e membri delle due Accademie.
Basta del resto scorrere il programma del Convegno per rendersi conto di quali interrogativi e nodi problematici verranno affrontati, nel tentativo di aggiornare e vagliare i molteplici aspetti dell’evoluzionismo biologico nella sua veste di teoria scientifica e in relazione alle scienze umane e religiose diversamente coinvolte. La suddivisione del percorso stesso in sessioni specifiche è indicativa della natura propria, della complessità e dell’interdisciplinarietà delle problematiche implicate. Ciò significa anche che scienza, filosofia e teologia, benché autonome in quanto discipline specifiche e metodologia di ricerca, non possono più considerarsi indipendenti e esaurienti nella loro pretesa di interpretare e spiegare l’ambito di realtà considerata. La conoscenza, infatti, non si riduce all’esclusiva descrizione degli elementi costitutivi del reale, ma si preoccupa anche di situare i saperi prodotti dalle diverse ricerche su un orizzonte di senso e significato, evitando in tal modo riduzionismi (scientismo) e fideismi (fondamentalismo), espressioni deboli, per non dire ideologiche, del pensiero umano.
La prima sessione del Convegno verterà su alcuni aspetti storici e scientifici dell’evoluzionismo. Non esiste infatti riflessione seria senza una previa e corretta informazione. Da una breve contestualizzazione storica della genesi della teoria di Darwin si passerà ad un aggiornamento della teoria dell’evoluzione «alla luce della scienza del XXI secolo». Anche l’evoluzionismo, con il progredire delle ricerche di questi ultimi decenni si è per così dire «evoluto» e la struttura della teoria dell’evoluzione biologica si è notevolmente complessificata rispetto al modello Darwiniano originario.
Nelle sessioni successive e centrali del Convegno verranno affrontate un insieme di problematiche inerenti alla natura del rapporto tra evoluzionismo biologico, scienze umane e teologia, ossia, l’impatto che il Darwinismo ha avuto e continua ad avere in diversi ambiti della cultura contemporanea e delle tradizioni religiose.
Benché la maggioranza dei biologi, come anche delle persone di cultura, siano unanimi nel riconoscere l’importanza e la validità della teoria dell’evoluzione biologica, diversi sono gli interrogativi e i problemi ricorrentemente discussi e che verranno in parte trattati e ridiscussi nel corso del Convegno. Qual è il grado di scientificità e il reale potere esplicativo e conoscitivo della teoria dell’evoluzione biologica? Che ruolo hanno i fattori extrascientifici nell’elaborazione di una teoria, come quella dell’evoluzione biologica che ha suscitato tante estrapolazioni e visioni del mondo? È realmente possibile stabilire una frontiera o tracciare un livello di demarcazione in modo tale da poter distinguere il nucleo specificamente scientifico della teoria da quel insieme di asserzioni che fanno corpo con essa, ma che, ad un’attenta analisi critica, risultano fondarsi su una previa convinzione personale, su una libera scelta, su una opzione, su una fede, su una credenza, ecc., ossia, su quel insieme di principi e ideali che spesso vengono impropriamente qualificati come filosofia implicita o ideologia del gruppo culturale di appartenenza? Problemi complessi e affascinanti che aiutano a fare chiarezza mentale soprattutto quando si cerca di situare correttamente i diversi saperi nel vasto orizzonte della ricerca e conoscenza umana.
Infine, l’impatto del darwinismo e dei successivi sviluppi della teoria dell’evoluzione biologica sulle religioni e l’appassionante ma spesso anche confuso dibattito sull’intelligent design (progetto intelligente). Come la «Vicenda Galileiana» aveva contribuito a innovare la tradizionale esegesi biblica (le Scritture ci insegnano «come si vadia in cielo e non come vadia il cielo», diceva a sua difesa Galileo), il graduale imporsi dell’interpretazione evoluzionistica dell’origine delle specie biologiche ha indotto un ulteriore e innovativo sviluppo dei criteri interpretativi dell’insieme dei testi biblici sulla creazione del mondo e dell’uomo, ma anche una ricca riflessione teologica sul senso cristologico della creazione e del cosmo. Le due sessioni finali del Convegno verteranno su questi e altri importanti aspetti delle problematiche legate al rapporto tra Evoluzionismo e Religione con un accenno anche alla recezione dell’evoluzionismo nei più rappresentativi siti internet mussulmani per concludere con un sessione intera dedicata ad un’analisi e dibattito sull’ammissibilità scientifica, gli aspetti filosofici e il possibile significato teologico dell’intelligent design. Ma va anche precisato che, da altri punti di vista, potrebbe essere anche un immoral, se non addirittura, uno stupid design!