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I Pellegrini della Francigena sulla Via del  Volto Santo

Domenica 6 maggio «I Pellegrini della Francigena», insieme al Club Alpino Italiano e alla Misericordia della città di Barga, hanno celebrato la quarta Giornata Nazionale dei Cammini Francigeni organizzando una camminata per i sentieri cari al Cai e conosciuti come Via del Volto Santo.

È stata anche l’occasione per scoprire una lapide commemorativa dedicata alla pellegrina Anna Maria Hyan, recentemente scomparsa, che aveva dedicato la sua opera ad attività di volontariato nell’ambito della Misericordia di Barga e del Cai. Ha partecipato alla manifestazione un folto gruppo di pellegrini che, nonostante il tempo piovoso, hanno percorso i 10 chilometri di sentieri immersi nel verde delle colline della Media Valle del Serchio tra Barga e Coreglia. Hanno aderito alla manifestazione le autorità civiche di Barga che hanno assistito di primo mattino alla Santa Messa officiata dal parroco mons. Stefano Serafini, mentre nel pomeriggio le autorità di Coreglia Antelminelli hanno accolto i pellegrini permettendo loro di visitare il locale Museo delle Figurine che raccoglie le statuine di gesso che le povere popolazioni locali, nei tempi passati, costruivano e vendevano in giro per tutta Europa e perfino in America.

L’amico Franco Alessandri ci ha inviato questi due interventi nei quali, con la consueta vis polemica, fa rilevare le distanze che ancora intercorrono tra istituzioni ed esigenze dei pellegrini. Il secondo in ordine di tempo, pubblicato sotto il titolo di apertura, è anche una colorita cronaca della Giornata dei Cammini svoltasi domenica 6 maggio a partire da Aulla. Li pubblichiamo nella certezza che possano contribuire a portare avanti un confronto sincero su questi temi.

L’accoglienza di Bibola e Vecchietto: altro che «Circuito multimediale»…

L’otto maggio è stato presentato dall’Associazione Europea delle Vie Francigene il «Circuito Multimediale Turistico Interattivo e Multilingua – Cube». Non importa che io vada ad informarmi di cosa si tratta perché è già comprensibile l’inutilità dello strumento elettronico rispetto alle necessità reali di chi cammina.

Vi do io delle informazioni interessanti ricevute durante la mia partecipazione alla quarta Giornata dei Cammini ad Aulla, organizzata dall’associazione «Amici di San Caprasio», alla quale la nostra associazione ha dato il patrocinio.

Una giornata bellissima nonostante il tempo incerto. Intanto abbiamo fatto il cammino verso Bibola e Vecchietto insieme ai ragazzi della quinta elementare dopo aver spiegato loro la storia delle Vie e le motivazioni che ci spingono a mettersi in cammino, suscitando l’attenzione dei piccoli e questa è una grande notizia! Abbiamo poi camminato, ricevendo informazioni storiche sul percorso e sulla zona da Riccardo Boggi (già dirigente dell’assessorato alla Cultura del Comune di Aulla, ora in pensione) con un dettaglio ed una competenza incredibili. Abbiamo attraversato due piccoli borghi, Bibola – con un rinfresco, la tradizionale processione di don Angelo e la benedizione al pellegrino impartita da don Giovanni – e Vecchietto, piccolo borgo pieno di storia (ora abitato da 34 anime, come ci è stato detto) dove gli abitanti ci hanno accolto, offrendoci un’abbondante merenda, con un entusiasmo senza precedenti. I locali dove abbiamo pranzato, sono della parrocchia retta da don Angelo, e i lavori di ristrutturazioni sono stati fatti dagli abitanti e fra questi Renato, Giorgio ed altri di cui non ricordo il nome. La sorpresa è che ora è possibile, per il pellegrino, sostare e dormire in questo luogo, naturalmente da pellegrino, non certo da turista.

E con quale entusiasmo hanno accolto la mia proposta di pubblicizzare il luogo e la loro accoglienza! Il pellegrino ricerca il contatto con la popolazione, perché l’incontro è parte importante del cammino stesso.

Ma non si è sempre sbandierato che le vie storiche devono rivitalizzare il territorio attraversato? Altro che Circuito Interattivo Multimediale… bla, bla, bla!

Ma quanto siamo noiosi noi pellegrini! Dovremmo allinearci ai politici nel dire che tutto va bene e che le spese per le vie sono ben finalizzate.

Ma la cosa eccezionale è anche un’altra: lo sapete che, dopo l’alluvione di ottobre, don Giovanni ha aperto un ospitale con 28 posti perfettamente organizzato, lasciando il vecchio alla scuola elementare in sostituzione della vecchia scuola distrutta dall’alluvione? Lo sapete che il Museo di San Caprasio è già ripristinato e la Abbazia già liberata dai detriti? Lo sapete che don Giovanni ha ricevuto dal tutto il mondo offerte di pellegrini che erano passati dal suo ospitale? E potrei continuare…

La politica dovrebbe essere meno distante dalle necessità reali della gente e, soprattutto… meno parole e più fatti!

Franco AlessandriComunità Toscana Il PellegrinoPolitica, finanza, Chiesa e  Vie culturali di pellegrinaggio

Il momento storico attuale è oscuro: i mondi della politica e della finanza stanno condizionando le nostre vite di semplici cittadini a vantaggio dei soliti privilegiati. Ma cosa possiamo fare? Solo urlare ai quattro venti il nostro sdegno osservando con angoscia la disperazione dei meno fortunati.

Niente si salva, nemmeno le Vie storiche di pellegrinaggio, settore condizionato e ricattato dai potentati piccoli e grandi che vogliono dirci dove camminare, sotto quali simboli o con quali nomi delle Vie, invece di finanziare il recupero del nostro patrimonio storico legato alle Vie stesse, quali ospitali, canoniche, siti archeologici, beni culturali materiali ed immateriali più in generale , distribuiti lungo i percorsi, luoghi di incontro e fratellanza fra i popoli.

Questi sono gli obiettivi per il recupero delle Vie culturali d’Europa: aprire gli orizzonti evitando di difendere interessi solo di piccoli gruppi o di persone interessate al proprio particolare.

In questo momento, se si può già percorrere la Via Francigena, lo si deve ad alcuni piccoli comuni ed alle piccole parrocchie che si sono prodigate, indebitandosi, per realizzare punti di accoglienza aperti a tutti. Anche da parte della gerarchia ecclesiastica, forse, ci dovrebbe essere un maggiore attenzione nel favorire questa attività, che significa incontro di persone e di culture diverse, di conoscenza e di comprensione reciproca, con grandi benefici spirituali: bisogna provare per credere.

Quali spazi di libertà rimangono a noi promotori ed utenti delle Vie? Quale influenza possiamo ancora avere, perché siano rispettate le nostre aspettative di godere del patrimonio culturale presente nel nostro territorio, desiderosi di percorrerlo in lentezza per le emozioni generate dagli incontri e dalla bellezza dei luoghi?

Si mettano da parte gli egoismi dei singoli, per realizzare una via culturale e di pace. Si lascino da parte tutte le controversie per lasciare fruibili e produttivi i finanziamenti stanziati per il settore. Si crei un «prodotto culturale» che, una volta realizzato, diventerà un «prodotto turistico».

In Spagna i cammini sono nati spontaneamente, generando un flusso sempre più numeroso di pellegrini camminanti, dando luogo ad un turismo intenso, importante anche dal punto di vista economico che favorisce soprattutto i piccoli borghi.

La Via Francigena, in Toscana, interseca 100 località: di queste 80 hanno meno di 500 abitanti e 15 meno di 5.000. Quale migliore occasione per dare sviluppo a realtà attualmente destinate allo spopolamento ed all’abbandono?

Si risolvano i problemi delle accoglienze povere con una opportuna legislazione, così come per gli approvvigionamenti di acqua e di cibo, nonché per la segnalazione dei sentieri, ancora imprecisa; si facciano passare le vie per i percorsi più brevi, investendo negli espropri dei terreni ove necessario.

Il pellegrino, che percorre centinaia di chilometri, è come l’acqua che, per giungere alla meta, prende la via più breve.

Franco AlessandriComunità Toscana Il Pellegrino