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«Ad Limina Petri» è sbarcata sul web

di Marco Lapi

www.adliminapetri.org. Nel mare magnum della rete, tra i tanti siti dedicati ai cammini, da alcuni mesi c’è anche quello di Ad Limina Petri, presentata nella home page come «associazione ecclesiale della Via Francigena e delle antiche vie di pellegrinaggio». Una «vetrina» forse ancora da completare ma che costituisce già un passaggio fondamentale per una maggiore visibilità di questa realtà voluta dai vescovi italiani con l’obiettivo di collegare, valorizzare e ottimizzare tutto quanto si muove tra i cattolici sul fronte dei pellegrinaggi a piedi.

Ne parliamo con il presidente nazionale dell’associazione, don Domenico Poeta, da poco tempo parroco dei Santi Pietro e Paolo a Buonconvento, importante centro sulla Via appena a sud di Siena. «Dopo la nascita ufficiale di Alp – spiega – i pellegrini possono avere un referente ecclesiale con cui interloquire. Possono preparare il loro pellegrinaggio sapendo dove ritirare la carta credenziale, dove ritirare il testimonium all’arrivo a Roma, possono sapere dove e come essere accolti. Come? O contattando i sacerdoti lungo la Via, sempre più impegnati ed informati del pellegrinaggio, oppure visitando il sito www.adliminapetri.org». Varato un po’ in sordina lo scorso 16 maggio, in seguito a un incontro decisionale presso l’Ufficio nazionale per la pastorale del Tempo libero, Sport e Pellegrinaggi (Unts) della Cei, diretto da mons. Mario Lusek, il sito, assicura don Domenico, è comunque già uno strumento «utilissimo per dare informazioni agli amici pellegrini. Per esempio – aggiunge – per ricevere la carta credenziale è necessario rivolgersi ai responsabili dell’accoglienza di quegli ospitali contrassegnati nell’elenco web dalla scritta nera in campo rosso, come si può vedere aprendo la finestra “ospitalità”».

Ma qual è il giudizio del presidente di Alp sullo «stato dell’arte» della Francigena? Don Domenico non ha dubbi: «C’è ancora molto da fare; da parte delle istituzioni civili che hanno la delega sulle infrastrutture della “circolazione leggera” c’è bisogno di maggiori messe in opera per la sicurezza dei pedoni lungo il percorso, spesso soffocato, tra strade statali, autostrade, percorsi urbani e traffico automobilistico. Da parte delle istituzioni ecclesiali – parrocchie, diocesi, ordini religiosi, confraternite, movimenti eccetera – c’è bisogno di un maggior investimento di risorse umane lungo la Via per far rinascere l’accoglienza negli ospitali come esperienza pastorale vera e propria». Il tutto tenendo presente che «la Via Francigena non è come il Cammino di Santiago perché non è frequentata allo stesso modo, non è segnalata allo stesso modo e per questo è indispensabile avere una guida cartacea, non è servita dallo stesso numero di accoglienze povere». Proprio l’ospitalità rappresenta senza dubbio, come accennava sopra il presidente di Alp, l’impegno più consistente e più importante cui la comunità ecclesiale nel suo complesso è chiamata. C’è appunto una ragione profonda che fa di questa opportunità anche una grande occasione di testimonianza: «Da un punto di vista spirituale – spiega infatti don Domenico – la persona di Cristo si fa presente sia nell’avventore che viene accolto con un gesto di misericordia corporale (“Ero straniero e mi avete ospitato”, come si legge in Matteo 25,35), sia nella persona che accoglie ad immagine di Cristo che accoglie le folle come buon pastore e fa in modo che non manchi loro il cibo ed il necessario per vivere dignitosamente».

Un’occasione tanto più importante vista la tipologia del pellegrino che secondo il presidente di Alp si è andata delineando in questi anni: «Mi spiace dirlo per i politici e gli operatori del settore turistico – sottolinea – ma mi pare che dal Giubileo del 2000 in poi, mentre da una parte si sono moltiplicati i convegni e le attese sulla Via Francigena, magari sperando in qualche affare, dall’altra ci si è accorti sempre più che le vie romee ed i loro proseguimenti che portano verso Gerusalemme non ospitano fenomeni di quantità ma piuttosto di qualità». Quindi? «Mi sembra maturo – conclude – il tempo per lavorare uniti, in questa direzione, con maggior impegno spirituale e pastorale». E anche per questo si sta già cercando di inserire nel sito tutti quei consigli e quelle notizie utili, anche dal punto di vista materiale, per affrontare il pellegrinaggio nel migliore dei modi. Chi volesse offrire qualche suggerimento, o mettersi comunque in contatto con Ad Limina Petri, lo può fare contattando don Domenico al 348-9153745 o via e-mail a domenico.poeta@arcidiocesi.siena.it.