Un gesto esemplare che costituisce un servizio rivolto a tutto il mondo in cui diventano ogni giorno più diffuse le aggressioni contro la vita stessa dell’uomo, specialmente nelle fasi più delicate della sua esistenza: quella del nascere e quella del morire. Così il Consiglio direttivo del Movimento per la vita italiano, riunito ieri a Roma, in un messaggio inviato al granduca Henri del Lussemburgo che ha annunciato di non voler controfirmare il progetto di legge che introdurrebbe l’eutanasia nel suo Paese. Un gesto tanto più significativo in quanto viene in coincidenza con le celebrazioni per il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti umani, il cui grande valore viene fortemente indebolito se non sappiamo più riconoscere la dignità umana e il conseguente, indispensabile, diritto alla vita di ogni soggetto umano, anche se ammalato e prossimo alla morte. Il diritto, quello vero, quello che sessanta anni fa ha trovato espressione nella Carta universale dei diritti dell’uomo, è dalla sua parte, Altezza. Le siamo perciò riconoscenti e difenderemo in ogni circostanza la sua posizione, la indicheremo come esempio, in primo luogo ai politici e ai legislatori. Una lettera è stata inviata contestualmente anche al primo ministro Junker: La dichiarata decisione del granduca di non sottoscrivere la legge dovrebbe far riflettere sulla opportunità di una legge sull’eutanasia». «Nell’attuale momento c’è una responsabilità dei governanti del Lussemburgo, non solo nei confronti del loro Paese, ma anche verso il mondo intero e particolarmente verso l’Europa. La vostra decisione finale prosegue il Mpv italiano – può favorire o frenare la spinta eutanasia anche negli altri Stati. Le chiediamo quindi di compiere un gesto di coraggio come quello del suo Sovrano, per collocarsi senza ambiguità dalla parte del diritto e della giustizia adottando ogni misura idonea per impedire l’affermazione di una legge che apra le porte dell’eutanasia in Lussemburgo.Sir