Italia

EUROPA: RINOLDI (CONVEGNO FISC), L’EUROPA C’È, BISOGNA FARE GLI EUROPEI

(Piacenza) – “L’Europa c’è, ma ho l’impressione che non ci siano gli europei”. Dino Rinoldi, docente di diritto dell’Unione europea all’Università Cattolica di Piacenza, ha iniziato così, questa mattina, il suo intervento al convegno Fisc, “Fare l’Europa, le radici e il futuro”. Ripercorrendo la storia recente dell’integrazione europea, il docente ha ricordato come “sia sbagliato parlare di una Costituzione europea”, che non esiste, mentre vi è “una serie di Trattati costitutivi”. Ad oggi le basi giuridiche dell’Unione europea si ritrovano in “tre Trattati e una Carta”: il Trattato sull’Unione europea (meglio conosciuto come trattato di Maastricht), il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il Trattato istitutivo della Comunità europea dell’energia atomica e, infine, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. “Quando pensiamo all’Europa e ai suoi problemi – ha rilevato – ci dimentichiamo delle guerre che, anche in epoca recente, sono state combattute sul suo suolo tra Stati europei. Basti pensare a quanto successo nel Novecento. La pace raggiunta è dunque il primo successo dell’Unione europea”.“Dall’Ottocento, con la nascita del Sacro Romano Impero – ha spiegato Rinoldi – abbiamo assistito all’incorporazione nella società europea dei valori religiosi. Oggi questi valori devono fare i conti con il mondo globalizzato, le persone sono diventate consumatori, clienti. È in questo contesto che siamo chiamati a lavorare per costruire cittadini d’Europa”. Nella sua riflessione il giurista ha sottolineato alcune parole chiave nella giurisdizione europea. “La prima – ha spiegato Rinoldi – è sussidiarietà. Il primo attore a dover agire è lo Stato, a partire dalle sue istituzioni locali. Vi sono anche materie come la famiglia e la tutela della vita in cui l’Ue lascia piena autonomia recependo le legislazioni nazionali. Altri segnali positivi arrivano dalla costituzione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia che ha consentito la collaborazione in ambito giudiziario con la nascita del mandato di cattura europeo, mentre sono previste iniziative comuni sull’immigrazione, in materia familiare”. Per quanto riguarda la questione delle radici cristiane, il giurista ha precisato come “seppur non venga utilizzata la parola ‘cristiane’” il Trattato sull’Ue faccia riferimento “all’eredità culturale, religiosa, umanistica dell’Europa da cui si sono sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili e inalienabili della persona. Valori e principi che non possono non essere cristiani”.Sir