Vita Chiesa

EUROPA: PAPA, IL RUOLO DELL’ITALIA PER RADICI CRISTIANE, PACE E GIUSTO ORDINE MONDIALE

“L’Italia ha particolare titolo per operare affinché anche l’Europa, nelle istanze competenti, riconosca le proprie radici cristiane, le quali sono in grado di assicurare ai cittadini del Contintente un’identità non effimera o meramente basata su interessi politico-economici, bensì su valori profondi e imperituri”. E’ l’ennesimo, forte appello del Papa a favore delle “radici cristiane” del nostro continente, lanciato oggi nel discorso rivolto al nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Giuseppe Balboni Balbo, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. Secondo Giovanni Paolo II, “i fondamenti etici e le idealità che furono alla base degli sforzi per l’unità europea sono oggi ancor più necessari, se si vuole offrire una stabilità al profilo istituzionale dell’Unione europea”. Di qui l’appello del Papa, rivolto al governo e a “tutti i rappresentanti politici italiani”, a “proseguire negli sforzi compiuti in questo campo”: “Continui l’Italia – lo speciale “incoraggiamento” del Papa – a richiamare alle nazioni sorelle la straordinaria eredità religiosa, culturale e civile che ha permesso all’Europa di essere grande lungo i secoli”. Sul piano internazionale, il Santo Padre ha espresso inoltre il suo “fervido auspicio che il popolo italiano possa progredire costantemente sulla via della prosperità e della pace, mantenendo intatto il patrimonio di valori religiosi, spirituali e culturali, che ne hanno reso grande la civiltà” “In momenti difficili”, ha proseguito il Papa salutando il nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede (che succede a Raniero Avogadro, rappresentante del nostro Paese in Vaticano dal 13 settembre del 1999), l’Italia “ha saputo mantenere alto il suo spirito di altruismo, prodigandosi con vivo senso di responsabilità e generosa dedizione verso quanti, colpiti da avverse congiunture, si sono trovati nel bisogno di solidarietà concreta e fattiva. Né va dimenticata la fattiva attenzione a creare in campo internazionale un giusto ordne al cui centro ci sia il rispetto per l’uomo, per la sua dignità e per i suoi inalienabili diritti”. Un “impegno”, questo, ha ammesso il Pontefice, che “comporta anche dei rischi”, ha sottolineato il Pontefice citando le vittime di Nassiriya e “il tributo di sangue sia dei militari caduti in Iraq sia di volontari italiani in altre parti del mondo”. “Formulo cordiali voto – ha concluso il Santo Padre – che l’Italia possa continuare, con le sue peculiari doti di umanità e generosità, a promuovere vero dialogo e crescita, soprattutto nel bacino del Mediterraneo e nella zona dei Balcani, a cui è geograficamente vicina, ma anche in Medio Oriente, in Afghanistan e nel continente africano”. Sir