Vita Chiesa

EUROPA: NUOVO APPELLO DEL PAPA PER RADICI CRISTIANE E INTEGRAZIONE EUROPEA

La Santa Sede “appoggia” il “cammino di unificazione” europea ed “auspica che, “grazie all’apporto di tutti, si costruisca in Europa una grande famiglia di popoli e culture”. Lo ha detto oggi il Papa, che ricevendo in udienza l’ambasciatore di Bosnia ed Erzegovina presso la Santa Sede, Miroslav Palameta, in occasione della presentazione delle lettere credenziali, ha ribadito che “l’unità europea non è solo un allargamento di confini, ma crescita solidale nel rispetto di ogni tradizione culturale, nell’impegno per la giustizia e la pace nel continente e nel mondo”. “La Bosnia ed Erzegovina – ha detto Giovanni Paolo II – desidera unirsi agli altri Paesi europei per costruire una casa comune”, ha detto Giovanni Paolo II auspicando che questa “aspettativa” possa “realizzarsi quanto prima”. E dell’”integrazione europea” il Papa ha parlato anche con i vescovi francesi, invitandoli a “rileggere la storia” e a “ricordarsi che, nei secoli, i valori antropologici, morali e spirituali cristiani hanno largamente contribuito a formare le differenti nazioni europee e a tessere i loro legami profondi”. Tali valori, ha aggiunto il Pontefice, “sono stati e sono ancora il fondamento e la base delle relazioni tra le persone e tra i popoli”, e l’”unione non può realizzarsi a detrimento di tali valori o in opposizione ad essi”. ”Costruire un’Europa di popoli” oltrepassando “definitivamente e radicalmente i conflitti che hanno insanguinato il Continente durante il ventesimo secolo”: questo l’augurio del Papa, secondo il quale solo “un’Europa della fraternità e della solidarietà” è l’antidoto ad un continente il cui “allargamento” in atto può essere reso più ”fragile” da “alleanze di convenienza” o da “relazioni” fondate “unicamente su interessi economici o politici”. Ai vescovi francesi il Papa ha parlato anche sul tema della “laicità”: “Una laicità ben compresa non deve essere confusa con il laicismo” e “non può cancellare le credenze personali e comunitarie”, ha detto Giovanni Paolo II. E ha aggiunto, riferendosi indirettamente alla questione del divieto velo islamico nelle scuole: ”Cercare di eliminare dal campo sociale questa dimensione importante della vita delle persone e dei popoli, oltre che i segni che la manifestano, sarebbe contrario ad una libertà ben compresa”.

“La libertà di culto – ha aggiunto il Pontefice – non può essere concepita senza la libertà di praticare individualmente e collettivamente la propria religione, né senza la libertà della Chiesa”. Tutto ciò, partendo dalla consapevolezza che “la religione non può essere relegata unicamente nella sfera del privato, con il rischio di negare tutto ciò che essa ha di collettivo nella sua vita propria e nelle azioni sociali e caritative che produce all’interno della società verso tutte le persone, senza distinzione di credo filosofico o religioso”.

Sul piano giuridico, il Santo Padre ha affermato che “ogni cristiano o ogni adepto di una religione ha il diritto, nella misura in cui ciò non mette a rischio la sicurezza e la legittima autorità dello Stato, di essere rispettato nelle sue convinzioni e nelle sue pratiche, in nome della libertà religiosa, che è uno degli aspetti fondamentali della libertà di coscienza”. Citando la “forte presenza dei musulmani” in Francia, il Papa ha invitato i vescovi ad “intrattenere buone relazioni” con loro e a “promuovere il dialogo interreligioso”. Sir