“La dignità della persona, il carattere sacro della vita umana, il ruolo centrale della famiglia fondata sul matrimonio, la solidarietà, la sussidiarietà, il ruolo della legge e una sana democrazia”. Questi, secondo il Papa, i “valori” più importanti del “patrimonio” europeo, che ha “molte radici culturali”, ma “è innegabile che il cristianesimo è stata la forza capace di promuoverle, riconciliarle e consolidarle”. Ricevendo, oggi, in udienza i partecipanti all’incontro promosso dalla Fondazione “Robert Schuman” per la cooperazione dei democratici cristiani d’Europa, Giovanni Paolo II ha lanciato un nuovo appello affinché siano riconosciute le “radici cristiane” del nostro Continente, invitando la “nuova” Europa a “trovare un adeguato equilibrio tra il ruolo dell’Unione e quello degli Stati membri, e tra le inevitabili sfide che la globalizzazione presenta al continente ed il rispetto delle sue caratteristiche storiche e culturali, delle identità nazionali e religiose del suo popolo”. Perché ciò avvenga, ha precisato il Santo Padre, “è necessario che l’Europa riconosca e preservi il suo patrimonio più prezioso, costituito da quei valori che hanno e continuo a garantirle una provvidenziale influenza nella storia della civiltà”. “Una società che dimentica il suo passato ha esclamato il Papa è esposta al rischio di non essere più capace di fare i conti con il proprio presente e di diventare vittima del suo futuro”. In un’Europa in preda ad una “profonda crisi di valori” e di “identità”, per il Papa i cattolici hanno il “dovere di assumersi la responsabilità del benessere della società”, attraverso una “generosa partecipazione alla vita politica” che rifugga dalla “scetticismo disimpegnato”, dal “pragmatismo e dall'”utilitarismo”. Sir