Italia
Europa, il cristianesimo una medicina per il futuro
Giordano e Petrà, entrambi profondi conoscitori di ciò di cui parlavano (e la cosa non guasta ), non hanno tradito le attese. Il primo, in particolare, ha sviluppato tre punti riguardanti il ruolo delle Chiese cristiane in un processo di unificazione europea che sposta sempre più verso Est i confini, compreso il possibile ingresso di Paesi dove i cristiani sono una piccola minoranza: la questione dei «valori», la libertà religiosa, il richiamo alle «radici cristiane».
Se il Trattato, all’art. 2, riporta un elenco di valori sui quali pare proprio impossibile dissentire, Giordano ha sottolineato il rischio che tutto si esaurisca in un «elenco retorico». Non tanto sui valori in sé, quanto sui contenuti dei singoli «valori» si rischia infatti di «restare a mani vuote»: nel nome della dignità umana, tanto per dirne una, oggi si lotta sia contro l’aborto che in favore dell’aborto (o dell’eutanasia o di altro). E sotto il comune cappello della libertà esiste, oggi, un pluralismo di significati così ampio che diventa difficile trovare un accordo comune capace di reggere.
Tutto incentrato sull’ortodossia, nel suo rapporto con il cattolicesimo e con il processo di unione europea, il contributo di mons. Basilio Petrà. In particolare è stata analizzata la situazione delle due Chiese ortodosse più numerose: la greca e la russa. Come si legge, a Est, il tema dei diritti umani, quello della laicità, quello della separazione fra Stato e Chiesa? Come ci si confronta con il secolarismo, con il fenomeno, così bene conosciuto da noi e soprattutto fra i protestanti, delle chiese deserte? Non sono da escludere ha aggiunto Petrà nuove divisioni fra i cristiani: divisioni trasversali, all’interno delle stesse Chiese; divisioni sul rapporto fra secolarismo e identità religiosa; divisioni anche su battaglie contro questo o quel provvedimento di carattere politico.
Dunque, in conclusione, un’Europa sempre più unita ma con cristiani sempre più divisi? Sembrerebbe proprio questa la direzione e non sarebbe male se anche nelle nostre comunità locali, troppo spesso estranee e provinciali, ci si confrontasse anche su questo tipo di frontiere: il rapporto fra le religioni e la capacità di elaborare nuovi contenuti di vero ecumenismo. Tenendo presente la storia dell’aratro, del solco dritto e della stella in cielo.