E’ urgente la riconciliazione e la pace, ma anche lo sviluppo dei popoli africani. E’ necessario che il mercato delle armi e lo sfruttamento spregiudicato delle risorse africane abbiano fine. Con queste parole il card. Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e vice presidente Ccee ha aperto oggi ad Abidjan, in Costa d’Avorio, un seminario promosso insieme dai vescovi africani ed europei, attraverso il Secam (il Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar) e il Ccee (il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa). Fino al 14 novembre i presuli si confronteranno sul tema Nuova situazione della missione Ad Gentes. Scambio di preti e operatori pastorali e formazione. Purtroppo ha detto il cardinale – sono ancora molte le situazioni, soprattutto in Africa o in Europa, dove i diritti umani sono violati. Per questo, molti migranti africani arrivano in Europa credendo di trovare un paradiso e si scontrano con tante sofferenze. Rispetto quindi al fenomeno migratorio, il card. Bozanić ha detto: La Chiesa è impegnata ad aiutare ed a accogliere ogni persona come un dono, anche se non deve mai negare agli Stati il diritto ed anche il dovere di avere un flusso migratorio regolamentato per il bene di tutti, sia di quanti vivono già lì che di quanti arrivano. Ed ha aggiunto: Ma allo stesso tempo, questo diritto riconosciuto agli Stati non giustifica il fatto che alcune di queste persone siano trattate senza la consapevolezza della loro dignità come se si trattasse di cose più che di uomini. Europa e Africa sono continenti vicini, è normale quindi che tra le due terre vi siano scambi continui, anche tra le comunità cristiane. Da qui la scelta di dedicare il seminario di Abidjan al tema dello scambio di preti e operatori pastorali tra i due continenti. In tempi di grande mobilità di persone ha spiegato il card. Bozanić -, anche i cristiani diventano migranti e spesso hanno bisogno che insieme a loro vi siano sacerdoti che parlino la loro lingua e stiano con loro. C’è poi il problema delle vocazioni: L’Europa sta perdendo in tanti luoghi la forza della sua fede che un tempo ha portato migliaia di missionari in tutto il mondo. Oggi spesso vediamo chiese vuote laddove alcuni anni fa ancora si riuniva una comunità viva. Allora ha proseguito l’arcivescovo di Zagabria – veniamo a bussare alla porta delle diocesi più vive in Africa per chiedere aiuto. Ecco perché la collaborazione fra chiese, a partire da noi vescovi e dai nostri sacerdoti, è un fatto così palese ed importante. Non è una semplice strategia umana che cerca di risolvere problemi di risorse umane. La Chiesa non è una multinazionale ma una famiglia in Cristo. L’incontro si è aperto con la lettura di un messaggio ai partecipanti del card. Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il quale ha sottolineato l’importanza del tema scelto (lo scambio dei sacerdoti tra i due continenti) perché tocca un tema chiave della dimensione missionaria della Chiesa. Una priorità ed una vera urgenza pastorale. Nel suo messaggio, il cardinale ha quindi espresso una preoccupazione. Mi permetto di dire scrive – che la situazione di molti sacerdoti africani in ministero o semplicemente residenti in Europa, senza il consenso del loro vescovo, è una delle principali preoccupazioni per la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Questa Congregazione missionaria si augura che da questo incontro emergeranno delle proposte concrete per regolare questa situazione che non contribuisce all’arricchimento reciproco delle Chiese dei due continenti, perché viene a mancare la testimonianza di comunione e di verità. L’unità della Chiesa, la comunione della Chiesa, è il presupposto per realizzare la sua missione.Sir