Opinioni & Commenti
Euro, un atto di fiducia collettiva
Ma quando saranno state esaminate e discusse le piccole preoccupazioni e i rischi maggiori, soppesati vantaggi e svantaggi economici, manifestato qualche rimpianto per la lira e per quello che ha rappresentato nella vita del paese e nella vita personale, si sarà solo sfiorato il significato e il peso di quest’evento che unisce dodici paesi europei con prospettive di progressivi allargamenti con un nuovo fortissimo legame, e avvicina l’unità politica, anche perché la rende più necessaria.
Tutte le monete oggi si sostengono su atti di fiducia: nessuna delle monete circolanti ha infatti alcun valore intrinseco né è convertibile in oro o altro bene avente valore intrinseco (l’ultima moneta ad abbandonare una, sia pur limitata, convertibilità è stato il dollaro nel 1971). Tutte le monete sono quindi accettate in pagamento essenzialmente perché ci si aspetta di poterle trasformare in qualunque momento in beni e servizi, acquistabili presso qualcuno che dovrà esercitare un analogo atto di fiducia. Il neonato euro può essere letto come il frutto di un grande atto di reciproca fiducia tra gli stati e tra i popoli di una larga parte dell’Europa. Anche chi ancora non fosse convinto e preferisse la precedente situazione con circolazioni monetarie separate, dovrebbe riconoscere la grandezza di quest’impegno che unisce i dodici paesi. Ma si deve auspicare che ciascuno, consapevolmente, faccia proprio questo atto di fiducia collettiva e, superando i piccoli disagi, accolga con gioia questo evento come uno dei non molti segnali di speranza che vengono dal mondo alla fine di questo tragico 2001.