Vita Chiesa

Eucarestia, l’esortazione di Benedetto

Ai politici il richiamo alla «coerenza eucaristica»MA i giornali si inventano un no a leggi «contro natura»di Riccardo BigiE’ il paragrafo 83, quello dedicato alla «coerenza eucaristica», il passaggio dell’esortazione apostolica «Sacramentum caritatis» al quale giornali e tg hanno dedicato i titoli più evidenti dopo la presentazione del documento. Con una forzatura non indifferente, molti hanno scritto che «il Papa dice no a leggi contro natura», attribuendo al documento un riferimento a Dico e coppie di fatto. In realtà il termine «contro natura» è un’invenzione giornalistica e non compare affatto nel testo. Il richiamo del Papa giunge nella parte finale del documento, dopo molte pagine dedicate a spiegare il mistero e la bellezza dell’Eucaristia e la sua centralità nella vita cristiana. «Il culto gradito a Dio – scrive Benedetto XVI – non è mai un atto meramente privato, senza conseguenze sulle nostre relazioni sociali: esso richiede la pubblica testimonianza della propria fede».

Il Papa ricorda il concetto di «coerenza eucaristica», che vale per tutti ma «si impone con particolare urgenza nei confronti di coloro che, per la posizione sociale o politica che occupano, devono prendere decisioni a proposito di valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme». «Tali valori non sono negoziabili», ribadisce il Santo Padre: ««pertanto i politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana».

In un passaggio successivo, al paragrafo 91, il Papa rivolge anche «un appello a tutti i fedeli a essere realmente operatori di pace e di giustizia», denunciando «le circostanze che sono in contrasto con la dignità dell’uomo», come le disuguaglianze e lo scandalo della fame. Benedetto XVI scrive che «Il cristiano laico è chiamato ad assumere direttamente la propria responsabilità politica e sociale. Perché egli possa svolgere adeguatamente i suoi compiti, occorre prepararlo attraverso una corretta educazione alla carità e alla giustizia».

Ecco una nostra sintesi dell’Esortazione, con l’avvertenza che è un testo ampio e complesso e che richiede una lettura attenta e complessiva.

«Sacramento della Carità, la Santissima Eucaristia è il dono che Gesù Cristo fa di se stesso, rivelandoci l’amore infinito di Dio per ogni uomo». Inizia così la prima Esortazione apostolica del Pontificato di Benedetto XVI: il documento pontificio, «Sacramentum caritatis», raccoglie le indicazioni emerse dall’ultimo Sinodo dei Vescovi, nell’ottobre del 2005, dedicato al Mistero eucaristico. Il Papa sottolinea che la Chiesa «trova nell’Eucaristia il suo centro vitale», impegnandosi costantemente ad annunciare a tutti che «Dio è amore». Riguardo allo sviluppo del rito eucaristico, il documento ribadisce «la validità del rinnovamento liturgico» avviato dal Concilio Vaticano II, nonostante «taluni abusi»: si tratta – afferma il Papa – di leggere i cambiamenti conciliari in «continuità con tutta la grande tradizione ecclesiale», cioè «senza introdurre artificiose rotture». UNA «FISSIONE NUCLEARE»Definendo l’Eucaristia il «mistero della fede» per eccellenza, Benedetto XVI sottolinea che questo sacramento «pone dentro la creazione il principio di un cambiamento radicale». Un processo di trasformazione della realtà che il Papa paragona, con una bella immagine, a una «fissione nucleare». L’INIZIAZIONE CRISTIANADal punto di vista pastorale Benedetto XVI invita le parrocchie a «favorire una comprensione più unitaria del percorso di iniziazione cristiana», puntando soprattutto sul «rapporto tra iniziazione cristiana e famiglia». Il Papa esorta anche a riscoprire l’adorazione eucaristica e la pratica della Confessione frequente per evitare «una certa superficialità nell’intendere l’amore stesso di Dio». SACERDOTI E VOCAZIONIIl Papa esorta i sacerdoti ad avere «coscienza che tutto il loro ministero non deve mai mettere in primo piano loro stessi o le loro opinioni, ma Gesù Cristo. Contraddice l’identità sacerdotale ogni tentativo di porre se stessi come protagonisti dell’azione liturgica». Poi ribadisce «il senso profondo del celibato sacerdotale», come «conformazione allo stile di vita di Cristo stesso» e «segno espressivo della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, alla Chiesa e al regno di Dio»: e ne conferma «l’obbligatorietà per la tradizione latina». Per quanto riguarda il «disagio quando ci si trova a dover fare i conti con la scarsità di sacerdoti», Benedetto XVI auspica «una più equa distribuzione del clero». EUCARESTIA E MATRIMONIORiguardo al rapporto tra Eucaristia e indissolubilità del matrimonio il Papa rileva che «il vincolo coniugale è intrinsecamente connesso all’unità eucaristica tra Cristo sposo e la Chiesa sposa». Citando le «situazione dolorose» dei divorziati risposati, il Papa conferma la prassi della Chiesa di non ammetterli ai sacramenti, ma puntualizza che essi «continuano ad appartenere alla Chiesa, che li segue con speciale attenzione». LA BELLEZZA DELLA LITURGIA Benedetto XVI invita a curare in modo particolare la bellezza della liturgia: «non è mero estetismo, ma modalità con cui la verità dell’amore di Dio in Cristo ci raggiunge, ci affascina, ci rapisce». Nel documento c’è il richiamo all’obbedienza «fedele alle norme liturgiche nella loro completezza» perché la liturgia eucaristica «non è a disposizione del nostro arbitrio e non può subire il ricatto delle mode del momento». Posto di rilievo va dato anche al canto liturgico, evitando «l’introduzione di generi musicali non rispettosi del senso della liturgia» e valorizzando invece il canto gregoriano. OMELIA E SCAMBIO DELLA PACEIl Papa afferma «la necessità di migliorare la qualità dell’omelia» evitando «omelie generiche e astratte», e chiede che sia posta «grande attenzione alla proclamazione della Parola di Dio da parte di lettori ben preparati». Rileva anche il senso profondo dello scambio della pace, «segno di grande valore» soprattutto in questo tempo «così spaventosamente carico di conflitti», ma guardando alla opportunità «di moderare questo gesto» che talora può suscitare «confusione nell’assemblea proprio prima della Comunione». Invita quindi a un tempo di silenzio dopo la Comunione. PARTECIPAZIONE DEI LAICIPer quanto riguarda la partecipazione attiva dei laici alla celebrazione il documento nota «qualche incomprensione» delle indicazioni conciliari: per partecipazione non si intende infatti “una semplice attività esterna” ma piuttosto la «consapevolezza del mistero che viene celebrato e del suo rapporto con l’esistenza quotidiana». Resta fermo poi il fatto che è il sacerdote a presiedere «in modo insostituibile» l’intera celebrazione eucaristica. RIMUOVERE GLI OSTACOLIIl Pontefice esorta con forza ad assicurare l’assistenza spirituale ai carcerati, ai malati e a dare un’attenzione particolare ai disabili, rimuovendo eventuali ostacoli architettonici negli edifici sacri. Si deve poi assicurare la comunione eucaristica, «per quanto possibile, ai disabili mentali, battezzati e cresimati». MESSA IN TVChi assiste alla messa in tv «deve sapere che, in condizioni normali, non adempie al precetto festivo»: sì, dunque, alla messa in tv «per anziani e malati», no invece a «chi, mediante tali trasmissioni, volesse dispensarsi dall’andare in chiesa per partecipare alla celebrazione eucaristica». L’USO DEL LATINORiferendosi in maniera specifica alle «grandi concelebrazioni» e in modo particolare a quelle che avvengono durante i grandi incontri internazionali, il Papa raccomanda di ricorrere all’uso del latino (eccettuate le letture, l’omelia e la preghiera dei fedeli). Il latino infatti meglio esprime «l’unità e l’universalità della Chiesa». Il Papa chiede che i futuri sacerdoti siano preparati a comprendere e a celebrare la Messa in latino e che i fedeli siano educati a conoscere le più comuni preghiere in latino. IL GIORNO DEL SIGNOREPer quel che riguarda le celebrazioni eucaristiche in piccoli gruppi, queste non devono essere «sentite in antagonismo o in parallelo rispetto alla vita della Chiesa particolare». C’è poi nel testo pontificio la sottolineatura della partecipazione all’Eucaristia nella Domenica, giorno del Signore e giorno del riposo dal lavoro: non sia la Domenica – si legge – «un giorno vuoto di Dio» e «l’uomo non si lasci asservire dal lavoro». LA LIBERTA’ RELIGIOSAIl documento si conclude con un pensiero accorato ai cristiani che ancora oggi soffrono per la mancanza della libertà religiosa e per i quali «il solo recarsi in Chiesa costituisce un’eroica testimonianza» che li espone all’emarginazione e alla violenza. Benedetto XVI annuncia infine che sarà pubblicato un Compendio eucaristico «per la corretta comprensione, celebrazione e adorazione del Sacramento».

Il testo integrale della Sacramentum caritatis

Le 50 proposizioni del Sinodo sull’Eucarestia