Italia

ETICA, SVILUPPO E FINANZA: CONVEGNO CEI ALLA VIGILIA DEL G8

“Come nel passato, la Chiesa ha una parola da dire in merito alla difesa della vita dell’uomo che non può ridursi ad un problema tecnico, ma si ispira ad una nozione di sviluppo integrale che ne promuove e valorizza la dignità ponendo l’economia al suo servizio”. Così mons. Paolo Tarchi, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale sociale e de lavoro, ha aperto ieri pomeriggio a Roma il convegno “Etica, sviluppo, finanza” promosso da Fondazione Giustizia e solidarietà della stessa Cei, Bccd Credito cooperativo e Confcooperative. Occasione dell’incontro, la presentazione dell’omonimo documento Cei, pubblicato per i 40 anni della Populorum Progressio e, ha osservato il giornalista de “Il Sole 24 ore” Alessandro Merli, “nell’imminenza del G8 che si terrà a Heiligendamm (Germania) dall’8 al 10 giugno e che costituirà anche un momento di verifica degli impegni assunti due anni fa a Gleneagles in materia di debito estero”. Per Leonardo Becchetti, economista dell’Università di Roma Tor Vergata, “non c’é determinismo nella storia dello sviluppo; esso dipende solo da noi. I modelli di sviluppo devono superare la visione riduzionistica dell’homo oeconomicus per una visione più ampia che guardi a tutta la persona e rimetta in cima alla scala dei valori il bene comune e la felicità sostenibile”. La necessità di “una riflessione su base valoriale che riporti la dimensione sociale all’interno del mondo finanziario” è stata ribadita – al convegno promosso oggi a Roma dalla cei su etica, sviluppo e finanza – da Antonio Tricarico (Eurodad, European network on debt and development). “La finanza per lo sviluppo – ha aggiunto – oggi dovrebbe sostenere i beni pubblici globali, ovvero quelli che possono dare ritorni a lungo termine (abbattimento pandemie, stabilizzazioni climatiche, promozione dell’istruzione), e occorre introdurre maggiore democrazia e partecipazione negli organismi finanziari internazionali”. Alberta Guerra (Volontari del mondo Focsiv), soffermandosi sugli strumenti del microcredito e del commercio equo e solidale, ha ribadito che questi “sono importanti, ma devono accompagnare gli impegni che i governi devono assumere, come ad esempio lo 0,7 del Pil da destinare agli aiuti allo sviluppo”. “Non basta dare, occorre aiutare ad essere, e questo processo si attua con l’acquisizione da parte dei destinatari del sapere e del saper fare” ha rilevato Franco Caleffi, direttore di Federcasse, illustrando il progetto “Microfinanza campesina in Ecuador”, basato sulla collaborazione con Codesarrollo, cooperativa di risparmio e credito locale. Oltre 20 milioni di dollari erogati dal 2002 ad enti di credito cooperativo e ai campesinos, piccoli agricoltori altrimenti privi di accesso al credito.Sir