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Etica e finanza: Salvatore, “linee Cei prontuario affidabile” per la gestione delle risorse finanziarie

 “Queste linee costituiscono un prontuario affidabile” per la gestione delle risorse economiche da parte delle realtà ecclesiali nel mondo economico-finanziario. Così Mauro Salvatore, economo dalla Cei, ha presentato il documento della Conferenza episcopale italiana su “La Chiesa cattolica e la gestione delle risorse finanziarie con criteri etici di responsabilità sociale, ambientale e di governance”. “Il rispetto dell’etica nell’ambito finanziario sia forte e ancorato”, ha auspicato. Pensando ai destinatari del testo, Salvatore li ha indicati in “coloro che gesticono le risorse economiche di enti ecclesiastici e religiosi, economi diocesani, ma anche operatori pubblici e privati affinché i loro prodotti vengano collocati in realtà rispettose dei criteri dell’etica cattolica”. “Accanto ai ‘no’ – ha ribadito -, in questo documento c’è una serie di ‘sì’ verso tutte quelle realtà che rispettano l’etica sociale e l’ambiente. Uno strumento che chi opera sotto l’ambiente gestionale tenga sempre presente sulla propria scrivania”. Soffermandosi sui contenuti del documento, Livio Gualerzi, responsabile della gestione delle risorse finanziarie della Cei, ha spiegato che partono dalle encicliche e dal documento vaticano “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones” e guardano a “sostenibilità ambientale, economica e sociale”. “Tre elementi che vengono considerati anche da un punto di vista etico”, ha osservato. Gualerzi ha poi evidenziato l’importanza della “coerenza tra tema dell’investimento, soggetti finanziati e architettura di valori, che rispecchiano gli interessi che il Vangelo propone”. Un fatto che presenta anche preziosi vantaggi: “La finanza socialmente responsabile è in linea con i valori personali degli investitori, le imprese si rivelano più forti e redditizie, perché meno soggette a multe, e le rende più flessibili ai cambiamenti tecnologici”.

“Questo documento possa rappresentare un punto di riferimento per tutti coloro che hanno la fortuna di investire i loro risparmi, scegliendo prodotti finanziari che rispettino i criteri improntati all’etica cattolica”. Ha detto mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, in un videomessaggio. Un documento approdato alla pubblicazione dopo un lavoro di approfondimento durato oltre quattro anni, grazie all’apporto di una ventina di studiosi. “I punti di riferimento di quel lavoro erano molteplici, dai documenti analoghi già pubblicati da altre Conferenze episcopali nazionali alla crescente sensibilità verso investimenti con attenzione all’ambiente, al sociale e alla governance, fino al documento della Santa Sede ‘Oeconomicae et pecuniariae quaestiones’”. Nelle parole del segretario generale della Cei, un messaggio chiaro a coloro che gestiscono “servizi che ci espongono molto verso l’esterno”, affinché “siamo nelle condizioni di poterli gestire in modo tale da essere trasparenti in quello che facciamo e poterli rendicontare nel miglior modo possibile”. 

“Occorre superare i modi incompleti di approcciarsi a questo tema: si può criticare il mercato, ma non ci si può tirare fuori dal mondo economico. Occorre profezia, con un approccio realistico”. Ha poi commentato l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente di Caritas italiana e della Commissione episcopale per il Servizio della carità e la salute, presentando il documento Cei. Soffermandosi su una visione integrata delle dimensioni economiche e sociali, l’arcivescovo ha ricordato il recente incontro di Papa Francesco con gli esperti di Moneyval, durante il quale il Pontefice ha ribadito che “la situazione finanziaria è connessa anche con la tutela della vita”. Quindi, l’invito di mons. Redaelli al mondo cattolico a considerare che “non si può pensare che il mondo della Chiesa sia solo il volontariato e il Terzo Settore, tirandosi fuori da tutto il resto”. “Bisogna anche toccare le dinamiche dei prodotti finanziari, perché tutta la finanza deve essere etica e tutto il mercato. Non solo quelle banche che si considerano tali”. Tornando a parlare del documento della Cei, il presule ha evidenziato che “ha valore profetico e valori ideali, ma va molto nel concreto dando indicazioni sui criteri con cui la Chiesa ma anche chi condivide questo approccio etico può investire”. “Indica criteri e ne auspica la condivisione delle realtà economiche”. Infine, uno sguardo al futuro con un riferimento al Recovery fund. “Anche la stessa pandemia potrebbe creare ulteriori criteri di investimenti etici”.