Toscana
ESPRIT, MANDATO A LEGALI A TUTELARE CONSORZIO
(ASCA) – “In merito alle ennesime notizie di stampa relative alle attività di Esprit, l’assemblea dei soci ha dato mandato ai suoi legali di tutelare in tutte le forme possibili il proprio buon nome e la propria immagine”. Lo afferma in una nota il consorzio Esprit, finito al centro delle cronache per la gestione di fondi regionali per la formazione. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati l’assessore regionale Gianni Salvadori, la cui moglie è direttore di Esprit. Sulla questione è al lavoro una commissione d’inchiesta del Consiglio regionale. “Troppi – per il consorzio – sono stati gli interventi sulla stampa che hanno cercato di gettare discredito su un’attività assolutamente trasparente, chiara e volta all’aiuto e all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. I Soci di Esprit (Cisl, Confcooperative, Uil, Agci della Toscanana, Progetto Toscana, Banca Etica e Ceforcoop) non sono interessati alle strumentalizzazioni politiche, ma preferiscono il lavoro serio, continuo, riconosciuto, soprattutto da parte dei soggetti e delle realtà difficili cui da tempo rivolgono la loro attenzione e il loro impegno”. Esprit rileva che i soci “non avevano finora manifestato apertamente la loro posizione per rispetto al lavoro di indagine della Procura di Firenze e della stessa Commissione d’inchiesta del Consiglio Regionale toscano”, ma analogo rispetto “non si rileva in alcuni comportamenti aggressivi, strumentali e devianti della realtà da parte di qualche consigliere regionale”. Esprit, è la precisazione, “non ha ricevuto alcun contributo da Regione Toscana, ma ha vinto nel 2002 e poi nel 2008 bandi per destinare e non usare per sé, le risorse del Fondo Sociale Europeo finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate. Grazie a queste risorse sono nate oltre 100 imprese e sono state coinvolte oltre 800 persone che, probabilmente, avrebbero avuto scarsissime possibilità di entrare nel mercato del lavoro tradizionale”.