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Esortazione apostolica «Pastores gregis»
L’Esortazione Apostolica post-sinodale Pastores gregis è il frutto della decima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, riunitasi dal 27 settembre al 30 ottobre 2001 che ha avuto per tema “Il Vescovo ministro del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo”.
Questo documento può considerarsi quasi una moderna “regola pastorale” che il Papa consegna ai 4695 Vescovi della Chiesa di oggi come sintesi redatta in base alle proposte e ai suggerimenti emersi dai lavori sinodali.
La prima parte dell’Esortazione delinea l’identità e la vita del Vescovo all’inizio del terzo millennio, mentre la seconda parte presenta il ministero del Vescovo come pastore della diocesi, nel contesto delle sfide attuali che egli deve affrontare. Tutta l’Esortazione Apostolica si pone nell’ottica della speranza che il Vescovo è chiamato a ravvivare nei fedeli e nel mondo.
Una profonda vita spirituale aiuta il Vescovo ad evitare il rischio di svolgere un ruolo meramente organizzativo o burocratico e di acquistare quell’autorevolezza morale di cui l’esercizio dell’autorità giuridica ha bisogno per poter efficacemente incidere. Accanto alla spiritualità viene affermata la necessità della formazione permanente del Vescovo. La Congregazione per i Vescovi, per i Presuli di nuova nomina, e le Conferenze episcopali già organizzano giornate di studio, esercizi spirituali e corsi specifici a tal fine.
Viene sottolineato l’opera di evangelizzazione del Vescovo e il servizio autorevole e autentico che egli deve svolgere come maestro della fede e araldo della Parola (nn. 26-31). Il Sinodo ha richiamato la responsabilità magisteriale del Vescovo in campo morale, e ha riaffermato l’attualità dei dieci comandamenti con particolare riferimento per quanto concerne la vita umana, la sua nascita e la sua morte naturale, la libertà della persona e delle nazioni e la giustizia sociale. Ai fedeli è necessaria la parola chiara del proprio Vescovo, particolarmente nel nostro tempo segnato dall’indifferenza e dall’ignoranza religiosa, ma anche aperto a nuove opportunità di evangelizzazione.
L’Esortazione non manca di richiamare il Vescovo alla coerenza personale, affinché continui il suo insegnamento nella vita.
Relativamente alla funzione di santificare (nn. 32-41), il documento sottolinea la centralità della Liturgia nella vita della diocesi, specialmente della celebrazione Eucaristica. Non manca di affrontare alcuni importanti temi come la centralità della domenica e dell’anno liturgico, l’iniziazione cristiana, la disciplina penitenziale e la pietà popolare.
Del governo episcopale (nn. 42-54) la Pastores gregis evidenzia il radicale spirito di servizio e la pastoralità che ha la sua fonte in Cristo – Servo che lava i piedi agli Apostoli nell’Ultima Cena. Anche il governo del Vescovo assume le caratteristiche dall’esempio del Buon Pastore e deve esprimere nel miglior modo possibile i suoi stessi tratti quali: l’esemplarità della vita, la capacità di relazione e l’attitudine a stimolare la cooperazione, la bontà d’animo, e la pazienza, la comprensione e la compassione, l’indulgenza ed il perdono. Il Vescovo governa col cuore del servo umile e del pastore affettuoso avendo come fine la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
Queste caratteristiche rendono il governo del Vescovo unico al mondo per il suo stile pastorale, teso a realizzare la comunione diocesana, coadiuvato dai presbiteri, suoi primi collaboratori nell’attività ecclesiale. I fedeli, che come il Vescovo partecipano, in forza del Battesimo, alla stessa missione di Cristo devono cooperare all’edificazione della Chiesa, secondo la loro condizione e i propri compiti, specialmente nella parrocchia, che rimane ancora il nucleo fondamentale nella vita quotidiana della Diocesi. Ciò chiama in causa l’esercizio della responsabilità personale del Vescovo e la partecipazione e la corresponsabilità dei fedeli, insieme alle strutture proprie del governo diocesano previste dalla disciplina della Chiesa. L’Esortazione Apostolica soffermandosi sulle articolazioni della Chiesa particolare e sui soggetti della diocesi, ricorda la visita pastorale come tempo di grazia e strumento di governo del Vescovo. Tra gli ambiti che nelle circostanze attuali richiedono una speciale sollecitudine da parte del Vescovo vengono richiamati la famiglia, i giovani, la pastorale vocazionale.
Anche la tutela per la salute dell’uomo, l’umanizzazione della medicina e l’assistenza degli ammalati, nonché la promozione di una cultura della vita richiedono una speciale premura del Vescovo, affinché si risvegli negli animi la figura del Buon Samaritano, medico delle anime e dei corpi. Tra gli ambiti che richiedono un’attenta cura pastorale, l’Esortazione Apostolica richiama quella verso i migranti.
Firmando l’Esortazione Apostolica Pastores gregis il giorno del XXV anniversario di Pontificato, Giovanni Paolo II, con la sua esperienza di Vescovo e di Pastore universale, ripete idealmente ai Vescovi di tutto il mondo il suo “Non abbiate paura”, che risuonò chiaro e forte all’alba del suo Pontificato