Italia
Esenzioni Ici, il nuovo attacco dei Radicali
di Riccardo Bigi
La campagna del Partito Radicale sui «privilegi» della Chiesa è arrivata a Firenze, con gli stessi metodi applicati a Milano (senza troppa fortuna per la verità: lì infatti fu mostrato un video girato in una struttura cattolica di cui si metteva in luce la gestione di tipo alberghiero, salvo poi scoprire, grazie ai bollettini di pagamento pubblicati su Avvenire, che l’Ici per quell’immobile veniva pagata).
Anche stavolta ad essere prese di mira sono le strutture ricettive: pensionati, case per ferie In realtà l’«inchiesta» di cui il consigliere comunale Tommaso Grassi si è vantato non è stata poi così difficile: sono luoghi talmente segreti e riservati che l’elenco fornito dai radicali è quello che chiunque può trovare sul sito della diocesi di Firenze, alla voce «pensionati». Di queste strutture, hanno detto, secondo i dati forniti dal Comune alcune pagano l’Ici, altre no. «Eppure – dice Grassi – svolgono attività commerciale: lo dimostra il fatto che sono pubblicizzate su internet». Infatti, notoriamente il sito della diocesi è quello dove tutti i turisti cercano camere d’hotel. Chissà perché nessuna grande catena alberghiera ha mai pensato di metterci un banner pubblicitario.
La coraggiosa «inchiesta» poi, ha spiegato Grassi, è consistita in qualche telefonata ad alcune di queste case, per chiedere il prezzo di una camera. Qualcuno è anche andato a verificare se, a parte quella ricettiva, vengono svolte in questi istituti altre attività? Attività caritative, assistenziali, religiose? Qualcuno si è chiesto se magari l’attività ricettiva serve proprio a sostenere tutte le altre? Ovviamente no.
A questo c’è da aggiungere la grande confusione che viene fatta tra gli immobili di proprietà della diocesi, e quelli invece appartenenti a istituti e congregazioni religiose. Anzi, spesso viene fatto riferimento addirittura ai «possedimenti del Vaticano». Una confusione che testimonia la scarsa conoscenza delle cose e l’approssimazione di questo tipo di denunce. Va detto che, rispetto a qualche tempo fa, almeno non viene più ripetuto il ritornello «La Chiesa non paga l’Ici». In conferenza stampa infatti anche il Segretario nazionale del Partito Radicale, Staderini, ha ammesso (citando anche il servizio pubblicato su Toscana Oggi) che le diocesi effettivamente risultano in regola con il pagamento dell’Ici. Con chi se la prendono allora? Con le suore. Le strutture citate infatti sono tutte appartenenti a varie congregazioni, per lo più femminili. L’unico immobile di proprietà diocesana è il Convitto della Calza che però paga regolarmente, secondo le tariffe previste per gli immobili storici.
L’invito rivolto al Comune di Firenze è di fare accertamenti, caso per caso, per stabilire se le strutture esenti dal pagamento hanno davvero i requisiti per esserlo, o se dietro il «pensionato» si nasconde un hotel di lusso. Può essere utile fare delle verifiche, o chiarire meglio i requisiti che danno diritto all’esenzione? Il cardinale Bagnasco, intervistato sul Corriere della Sera, ha dichiarato con chiarezza in questi giorni che «eventuali casi di elusione relativi a singoli enti, se provati, devono essere accertati e sanzionati». I Vescovi toscani, da parte loro, in un comunicato della Conferenza Episcopale Toscana dichiaravano nello scorso ottobre che «dal punto di vista fiscale, le diocesi toscane intendono agire nel pieno rispetto delle leggi e delle normative vigenti, adempiendo al pagamento delle tasse secondo quanto loro richiesto, al pari di ogni altro ente o istituzione».
A chi chiede questo tipo di accertamenti va anche ricordato che l’esenzione non è un «privilegio» delle strutture cattoliche ma un diritto che riguarda, oltre a tutte le confessioni religiose, anche una miriade di enti no profit, associazioni, circoli di varia estrazione. Il senso della legge è quello di non gravare sugli immobili in cui viene svolta una funzione di utilità sociale. In conferenza stampa lo abbiamo chiesto a Staderini: ma gli accertamenti che chiedete dovranno riguardare solo le strutture cattoliche o anche le altre? Nella risposta, per la verità, il Segretario ci è parso un po’ incerto.