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Eritrea, se manca l’acqua ci pensano le Caritas

Le terre sono diventate ormai un deserto e trovare l'acqua è davvero un miraggio. Le donne dei villaggi, disperate, la cercano scavando piccole buche nei letti dei fiumi in secca. Un vero e proprio dramma che l'Eritrea – un paese allo stremo dopo anni e anni di guerra – vive nell'indifferenza di un mondo, che anche nelle tragedie sa fare differenze. La siccità porta con sé la carestia e le malattie. Un aiuto concreto ora arriva dalla Toscana.

Le terre sono diventate ormai un deserto e trovare l’acqua è davvero un miraggio. Le donne dei villaggi, disperate, la cercano scavando piccole buche nei letti dei fiumi in secca. Un vero e proprio dramma che l’Eritrea – un paese allo stremo dopo anni e anni di guerra – vive nell’indifferenza di un mondo, che anche nelle tragedie sa fare differenze. La siccità porta con sé la carestia e le malattie: nel letto del fiume che attraversa la capitale Asmara, si raccolgono gli scarichi delle fogne: le donne, più a valle, scavano le loro buche incuranti del pericolo.

Un aiuto concreto ora arriva dalla Toscana. Nella regione di Keren (circa 92mila residenti) verrà costruito un acquedotto per risolvere strutturalmente il problema dell’approvigionamento idrico. L’impegno nasce in seno al progetto che la Diocesi di Prato ha avviato già da due anni in favore del popolo eritreo. «Tutto è nato quasi per caso – spiega mons. Santino Brunetti, direttore della Caritas diocesana di Prato –: in occasione del Giubileo alcuni immigrati eritrei chiesero al Vescovo di fare qualcosa per aiutare il loro popolo. Da quella richiesta siamo partiti, grazie al prezioso contributo del Comune e del Consiag. Non avremmo mai immaginato di arrivare fin qui». L’acqua a Keren arriverà grazie ad una sinergia promossa dalla Caritas pratese e che vede protagonisti anche la Caritas diocesana di Firenze, i Comuni di Prato e Firenze, Consiag spa (holding dei servizi pubblici di venti comuni della Toscana settentrionale) e Publiacqua spa (gestore delle acque di 40 Comuni in quattro province). 290 mila euro sono le risorse a disposizione: la siccità verrà affrontata subito, con interventi di emergenza; poi si passerà alla costruzione dell’acquedotto; infine, per garantire un futuro all’opera realizzata, il progetto prevede la creazione di una struttura operativa autonoma sul territorio. Per la realizzazione degli interventi strutturali verrà richiesto un cofinanziamento sui fondi europei per la cooperazione internazionale.

Accanto al progetto per l’Eritrea, Publiacqua è protagonista di altri interventi: la realizzazione di un impianto di captazione delle acque e di distribuzione nella provincia di Ausured, una tendopoli saharawi posta nel deserto algerino, e un impianto «pilota» di trattamento dell’acqua potabile nella provincia Vietnamita di Yen Bai. Il primo progetto è stato proposto dal Comune di Cantagallo (PO) e vede come partner i comuni di Vaiano, Poggio a Caiano – entrambi in provincia di Prato – e di Sesto Fiorentino (Fi), con le associazioni Ban Slout Larbi, Zemla e il Coordinamento regionale toscano per Saharawi. Del progetto in Vietnam è invece promotrice la Provincia di Prato.

Il vicepresidente di Publiacqua, Risaliti spiega le modalità di finanziamento: «Alla cooperazione internazionale, Publiacqua riserva un centesimo di euro per ogni metro cubo di acqua consumato nei 49 Comuni che fanno parte dell’area territoriale. Quest’anno l’importo raggiunto, messo a disposizione della Commissione Acque della Regione Toscana è stato di 900 mila euro. Tra i progetti finanziati ci sono, appunto, questi tre che vedono in campo vari partner».G.R. Ecco dove fare i versamentiIl progetto portato avanti dalla Caritas di Firenze, insieme alla Misericordia dell’Antella, riguarda il villaggio di Halal dove una comunità di suore indiane gestisce un ambulatorio che offre servizi di vaccinazione, ricovero, maternità, educazione sanitaria a una popolazione di 10 mila abitanti. Gli aiuti possono essere versati sul conto corrente postale 22547509 intestato a «Arcidiocesi di Firenze Caritas diocesana», oppure sul conto corrente 1735/51 della Banca Toscana (agenzia 2).

La Caritas di Prato invece è impegnata nel vicino villaggio di Fedelarib, un comprensorio di 6.800 persone (quasi tutti donne, anziani e bambini). L’obiettivo è quello di far fronte all’emergenza idrica, alimentare e sanitaria.

La scorsa settimana sono partiti alla volta del Corno d’Africa 46 tonnellate di aiuti. I versamenti possono essere fatti sul conto corrente 6056/30 presso la Cariprato intestato alla Caritas, oppure direttamente alla sede Caritas in via del Seminario 36.

In agosto quindici giovani e una famiglia saranno impegnati in un campo di lavoro in eritrea, promossa dalla Caritas e dalla Pastorale giovanile.

Entrambe le Caritas partecipano al progetto idrico con Publiacqua.