Italia

ERBA: LA CASA DELLA STRAGE DIVENTA UN ALLOGGIO PER FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ

La casa di Erba, dove esattamente quattro anni fa furono uccisi i familiari di Carlo Castagna, ospiterà una famiglia in difficoltà. Domani, durante la messa di suffragio delle ore 8 nella chiesa di Santa Maria Nascente, a Erba, le chiavi dell’appartamento saranno consegnate da Castagna stesso al parroco, don Giovanni Afker, e al responsabile della Caritas della zona di Lecco, don Ettore Dubini. La casa offerta in comodato gratuito da Castagna alla comunità ecclesiale entrerà a far parte di una rete di appartamenti sociali presenti nella città di Erba che la Caritas, insieme alle parrocchie e alle associazioni locali, gestisce per offrire ospitalità a persone e famiglie in difficoltà segnalate dai servizi sociali dei comuni del territorio erbese. La rete è composta da quattro monolocali per la prima emergenza, tre appartamenti gestiti dall’associazione “Mani aperte” per l’accoglienza in regime di comunità e un appartamento per permanenze di medio periodo. In particolare nella casa della famiglia Castagna sarà ospitata una famiglia che attraversa un periodo di momentanea difficoltà abitativa; potrà rimanervi per un periodo di sei mesi, prorogabile per altri sei. Gli ospiti potranno contare anche sulla solidarietà e l’accompagnamento di un gruppo di volontari e di un educatore in un percorso di progressiva autonomia. “Siamo lieti che la casa della tragedia di Erba, come venne chiamata in tutta Italia, ora diventi la casa dell’accoglienza ed entri a far parte di quegli interventi a favore dei poveri che tutta la comunità erbese non da oggi è stata capace di esprimere. Un luogo di morte e di dolore diventerà un luogo di speranza e solidarietà, restituendo agli erbesi l’immagine corretta di una comunità capace anche di gesti di solidarietà, come quelli di Carlo Castagna”, ha dichiaro don Ettore Dubini. Il progetto è stato realizzato col sostegno di Fondazione Cariplo. Il contributo di 75mila euro è stato, in parte utilizzato per arredare la casa, in parte per sostenere le spese di gestione per almeno un anno (le utenze, le bollette, ma pure le rette dell’asilo, nel caso ce ne sia bisogno, insomma tutto quello che può essere utile a far crescere bene l’iniziativa). La Fondazione si è inoltre impegnata a proseguire l’aiuto alla famiglia in questione anche oltre il primo anno, per il periodo che sarà necessario affinché questo progetto diventi davvero realtà.Sir