Caro Direttore,siamo, proviamo ad essere, cattolici e alla vigilia delle elezioni mi pare che sui contenuti che ci riguardano (fecondazione, famiglia, droga, eutanasia, pillola abortiva, libertà di educazione etc. etc., fino ad arrivare al concordato) mi pare troppo chiaro quale sia la coalizione che più ci garantisce.O mi sfuggono controindicazioni che magari voi conoscete, o sottovaluto motivi di opportunità giornalistica, ma resto un po’ perplesso su una specie di ricercata equidistanza.Beppe GuidottiFirenzeCredo che prima di tutto caro Guidotti sia necessario intendersi bene sul concetto di equidistanza. Un giornale come il nostro, che ha le sue radici nel mondo cattolico e nella sua cultura, non può mai essere equidistante, cioè in fondo neutrale, quando sono in gioco valori fondamentali. Un’azione legislativa e di governo, che introduca norme che aprono a quanto lei indica, trova la nostra piena opposizione, soprattutto perché si costruisce un tipo di società che lede il primato e la centralità della persona umana: va cioè contro l’uomo, al di là dei problemi.Inoltre certe richieste sono per lo più esigenze di minoranze, anche se forti e chiassose. Devo dire però che caratterizzano una società a misura d’uomo anche la pace, l’accoglienza, la dignità del lavoro, una giusta distribuzione della ricchezza. I valori che il cristianesimo propone, anche sul piano sociale, pur avendo ovviamente una loro gerarchia, sono un insieme e non possono essere separati e contrapposti.In questi temi il nostro pensiero è sempre stato espresso con chiarezza, proprio perché nessuna equidistanza è possibile. Ma forse lei, manifesta perplessità perché in questa campagna elettorale il Settimanale ha scelto di non schierarsi, di non fare cioè una scelta di parte. È una decisione pensata e motivata che è, del resto, comune a quasi tutti i media cattolici. Il nostro compito è soprattutto quello di informare e di offrire spunti e possibilità di riflessione perché poi ognuno decida in coscienza. È importante infatti che ogni decisione sia meditata e personale e, mi creda, non è poco in un tempo in cui l’emotività predomina. Inoltre le coalizioni, che io preferisco chiamare cartelli elettorali, aggregano forze che si rifanno a visioni politico-ideali diverse e molto spesso contrapposte. Scendendo al concreto: nell’Unione che cosa unisce la Margherita ai Comunisti italiani e alla Rosa nel pugno? E nel Polo l’Udc alla Lega e ai gruppi che fanno riferimento alla Mussolini?Per questi motivi ci sembra che un cristiano non possa riconoscersi e quindi identificarsi appieno in nessuno dei due schieramenti, pur riconoscendo che in ambedue sono presenti forze politiche che danno garanzie per la tutela anche a livello socio-politico di alcuni valori importanti.Sta quindi all’elettore cattolico dar peso a queste forze col voto di lista, purtroppo solo con quello, poiché ci è stata tolta, per così dire, una marcia in più, cioè il voto di preferenza, come del resto era già avvenuto in Toscana con la legge elettorale regionale.