La comunità monastica di Bose è invitata a «cedere in comodato d’uso gratuito il complesso di immobili di Cellole a Fr. Enzo Bianchi, che vi si trasferirà entro e non oltre martedì 16 febbraio, avendo già dato il suo assenso al riguardo, assieme ad alcuni fratelli e sorelle che hanno manifestato la propria disponibilità ad andare con lui e si troveranno nella condizione di membri della Comunità Monastica di Bose extra domum».È questa la decisione annunciata da padre Amedeo Cencini, delegato pontificio incaricato dalla Santa Sede di sciogliere l’intricata situazione che si era creata nella comunità. L’arrivo di Enzo Bianchi a Cellole di San Gimignano dovrebbe chiudere la vicenda aperta nel maggio scorso, quando un decreto firmato dal cardinale Parolin, Segretario di Stato, e approvato da papa Francesco, disponeva che Fr. Enzo Bianchi si ritirasse dalla comunità monastica di Bose e si trasferisse «per un tempo indeterminato» in altro luogo.La scelta di Cellole, spiega padre Cencini, è avvenuta con il benestare del cardinale Parolin, «sentito il priore di Bose, fr. Luciano Manicardi, che ha raccolto anche il parere del Discretorio della Comunità» e dopo aver consultato il vescovo di Volterra Alberto Silvani, nella cui diocesi si trova la pieve di Cellole.Il comunicato spiega anche che la «Fraternità monastica di Bose a Cellole» è da considerarsi chiusa, e che Enzo Bianchi e le persone che risiederanno con lui non avranno legami con la comunità di Bose, e non potranno quindi utilizzare nessuna dicitura che rimandi a Bose nella cartellonistica, nei siti internet e simili. «Si è ritenuto doveroso dare questa pubblica comunicazione – conclude la nota inviata da padre Cencini – per rendere noto il mutato status della già “Fraternità monastica di Bose a Cellole”, al fine di evitare qualsiasi confusione e ambiguità in merito».