Cultura & Società

Enciclopedia Treccani, 100 anni di sapere dalla carta al web

Nacque il 18 febbraio 1925 grazie all'imprenditore tessile Giovanni Treccani. Intervista a Valeria Della Valle

C’erano una volta le enciclopedie cartacee, opere di consultazione in vari volumi contenenti voci singole organizzate in ordine alfabetico e riguardanti l’intero campo della conoscenza umana o un suo determinato ambito. Quasi in ogni famiglia ce n’era una, disposta negli scaffali della libreria in casa.

C’erano una volta, ma alcune resistono ancora come la mitica Treccani, che quest’anno compie un secolo di vita e non perde occasione di aggiornarsi e stare al passo con tempi.

Con Valeria Della Valle, già docente di Linguistica italiana alla Sapienza di Roma e socia corrispondente dell’Accademia della Crusca, abbiamo ripercorso la storia dei 100 anni di sapere della Treccani, per cui la professoressa ha condiretto due Dizionari di neologismi e due Dizionari della lingua italiana.

Professoressa Della Valle, l’Istituto dell’ Enciclopedia italiana Treccani ha aperto le celebrazioni per i suoi 100 anni dalla fondazione. Come nacque e qual è stata l’evoluzione di quest’istituzione in questo secolo di vita?

«L’Istituto dell’Enciclopedia italiana, che oggi compie 100 anni, nacque il 18 febbraio 1925 grazie a Giovanni Treccani, imprenditore tessile direttore di cotonifici importanti, che ebbe un’idea geniale: fare in modo che l’Italia avesse un’enciclopedia che la rappresentasse. Treccani a 17 anni era andato in Germania per lavorare come operaio tessile e lì aveva notato che i giovani tedeschi studiavano su enciclopedie e dizionari, e prese l’abitudine di farlo anche lui. Diventato imprenditore di successo, non dimenticò quell’esperienza, dando il via, nel 1925 appunto, alla grande impresa dell’Enciclopedia italiana Treccani, che rimane per sempre legata al suo nome. Il 24 giugno 1933 con un decreto venne costituito l’Istituto dell’Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, presieduto da Guglielmo Marconi, e vicepresidenti erano Treccani e il filosofo Giovanni Gentile. Tra il 1925 e il 1943 Gentile, nominato direttore dell’opera, ideò un modello originale di enciclopedia, e cioè un modello che fondeva in un’unica opera i due archetipi settecenteschi: da una parte quello della celebre Encyclopedie, creata in Francia da Diderot e d’Alambert, e poi rifluita nella Larousse con il grande numero delle voci e delle tavole illustrative, dall’altra il modello monografico dell’Enciclopedia Britannica per l’ampiezza delle trattazioni. L’Enciclopedia italiana di scienze, lettere e arti comprendeva 60.000 voci con un grandissimo numero di tavole, illustrazioni, fotografie, disegni. L’opera fu pubblicata, tra il 1929 e il 1937, in 35 volumi seguiti da appendici e indici nel 1938 e nel 1939, quindi in tempi velocissimi, se si pensa all’alta qualità professionale e scientifica del contenuto».

Rispetto ad altre enciclopedie tradizionali la Treccani si rifà continuamente il look per stare al passo con i tempi e con la rete. Ma il cartaceo vende ancora?

«La Treccani, unica al mondo, ha continuato e continua a pubblicare enciclopedie cartacee, su temi e argomenti vari: dal cinema al diritto, dall’arte antica a quella medievale fino a quella contemporanea, più le enciclopedie dedicate a Dante, a Virgilio, a Orazio. L’Enciclopedia italiana di scienze, lettere e arti continua a vivere attraverso le Appendici che aggiornano progressivamente la storica Enciclopedia nata nel 1925, che viene ancora venduta, nella sua preziosa veste in pelle con fregi in oro. Molti dei contenuti delle opere della Treccani sono però consultabili on line e sono messi a disposizione anche delle nuove generazioni, che spesso preferiscono questo tipo di consultazione a quella su carta. Rispetto ai siti consultabili in rete, le opere della Treccani garantiscono un controllo accuratissimo delle fonti, delle notizie e dei documenti. A proposito dei giovani, è in lavorazione un nuovo dizionario, destinato alle ragazze e ai ragazzi, concepito in modo del tutto nuovo rispetto alle opere del passato, ormai di difficile consultazione per le nuove generazioni. Quindi l’evoluzione dei costumi ha visto la Treccani pronta anche per quanto riguarda l’offerta sul web, con il sito treccani.it che vanta circa un milione di visitatori al giorno. Siamo quindi oggi in grado di assicurare un’offerta multicanale, che vede opere di carta, anche in edizione pregiata, e molti libri di grande interesse culturale e un sito web particolarmente stimolante. Diciamo che ci siamo attrezzati anche per i prossimi 100 anni!».

Oltre all’enciclopedia, la Treccani è nota appunto per i suoi dizionari consultabili anche online…

«Il primo vocabolario della lingua italiana Treccani è stato pubblicato tra il 1986 e il 1994, in 5 volumi, imponendosi nel panorama della nostra lessicografia grazie all’originalità dell’impostazione nuova, basata sull’idea che la lingua italiana dovesse essere documentata nei suoi aspetti storici e sociali: dalle forme più antiche e alte della letteratura a quelle della comunicazione pratica e colloquiale, fino ai termini italiani e stranieri della tecnica e delle scienze e ai neologismi entrati nell’uso. Oggi questo dizionario in 5 volumi è consultabile gratuitamente in rete. L’ultimo Dizionario dell’italiano Treccani è stato pubblicato nel 2022, con una novità assoluta: primo fra tutti i vocabolari, registra sostantivi e aggettivi non nella sola forma del maschile (tradizione ormai anacronistica), ma al femminile e al maschile, rimettendo in un giusto equilibrio i due generi grammaticali».

Da esperta e addetta ai lavori, come nasce un vostro dizionario e come viene aggiornato?

«Il dizionario viene aggiornato in una nuova edizione inserendo le nuove parole che davvero sono entrate nell’uso dei parlanti. I neologismi vengono tenuti sotto osservazione e valutati in base alla frequenza d’uso, escludendo quelli legati solo a mode effimere e temporanee. L’aggiornamento comporta un’attenzione particolare per i nomi delle professioni e mestieri esercitati dalle donne: un tempo queste parole erano registrate solo al maschile, mentre ora parole come avvocata, ministra, medica, prefetta, sindaca, soldata ecc. hanno finalmente uno spazio autonomo. Una particolare attenzione è riservata ai termini volgari, offensivi, violenti, che vengono registrati, ma con la segnalazione del fatto che si tratta di parole legate a pregiudizi e stereotipi del passato, da evitare se ci si vuole esprimere in modo civile e rispettoso verso il prossimo».