Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Emergenza casa: la diocesi crea 30 alloggi ad affitti scontati.

Appartamenti in affitto a prezzi calmierati per dare una risposta all’emergenza abitativa e venire incontro soprattutto alle giovani coppie e alle famiglie in cerca di un tetto. Fa tappa anche nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro il progetto concordato fra la Conferenza episcopale toscana, la Regione e l’Arciconfraternita di Misericordia di Pistoia che permetterà di avere a disposizione in tutta la Toscana 119 alloggi, fra quelli costruiti ex novo e quelli ristrutturati, da destinare ai nuclei familiari in difficoltà. Case a canone «sostenibile» che vedranno la luce nelle arcidiocesi di Firenze e Lucca, nella diocesi di Pistoia e nell’aretino.Nel nostro territorio sono interessate due zone: quella di Arezzo in cui sono programmati il recupero di sette alloggi e l’edificazione di altri sei; e nell’area di Cortona, dove saranno rimesse a nuovo diciassette abitazioni sparse in alcune frazioni. Proprio a Cortona è stata firmata la convenzione fra l’amministrazione comunale e l’istituto diocesano per il sostentamento del clero in cui vengono definiti anche i canoni di affitto: si va dai duecento euro mensili per una casa da 45 metri quadrati ai quattrocento per una di quasi 100 metri quadrati.L’iter per attuare il programma ha già mosso i primi passi. A metà dicembre l’istituto diocesano ha presentato alla Regione la domanda di finanziamento corredata del progetto preliminare per la ristrutturazione degli alloggi di sua proprietà nel Cortonese, da destinare alla locazione a canone controllato per venticinque anni. La Regione parteciperà all’intervento con un contributo in conto capitale del 35% del costo complessivo. Il comune di Cortona ha approvato con voto unanime, prima attraverso una deliberazione del consiglio comunale e poi con una della giunta, le proposte di intervento della diocesi. Secondo lo schema concordato, sono previsti tre alloggi a Ronzano, quattro a Fossa del Lupo, quattro al Riccio, sei a Sant’Andrea di Sorbello. In un primo momento erano previste tre case a Fasciano. Ma tenuto conto degli obiettivi urbanistici di Cortona, le superfici dei tre appartamenti sono state ridistribuite fra Sorbello e Fossa del Lupo e hanno permesso un incremento di tre unità abitative rispetto alle quattordici previste originariamente.A livello regionale, l’elenco degli immobili che saranno recuperati e delle aree dove sorgeranno i futuri lotti di edilizia residenziale pubblica è stato trasmesso dalla Cet alla Regione che, con una delibera di giunta, ha stanziato il proprio contributo. Oltre 4 milioni di euro che consentiranno di realizzare gli appartamenti per un valore di 11 milioni di euro. Sessantatre interventi saranno destinati in maniera permanente all’affitto «regolato», mentre il resto è disciplinato da concessioni in locazione per almeno venticinque anni. La provincia che ospiterà il maggior numero di case è quella di Firenze dove saranno realizzati 36 appartamenti. A Capannori, nella Lucchesia, un’azione di risistemazione permetterà di avere tre appartamenti a Camigliano, mentre a Pistoia, in località la Vergine, è fissato l’intervento più consistente: una nuova lottizzazione di cinquanta abitazioni che resteranno in locazione permanente. Il progetto è figlio del protocollo d’intesa siglato nel 2006 dall’allora arcivescovo di Firenze, cardinale Ennio Antonelli, nelle vesti di presidente della Cet, e dal governatore regionale, Claudio Martini. Primo esperimento del genere in Italia, l’accordo a cui in queste settimane si sta dando attuazione ha l’obiettivo di restituire alla casa il valore di bene essenziale per la famiglia e di sostenere le fasce sociali escluse dal mercato immobiliare a causa degli eccessivi prezzi del mattone. Non è un caso che gli alloggi al centro del protocollo possano contare su un affitto che sarà più basso rispetto al «canone concordato» nei rispettivi patti territoriali delle zone di riferimento. L’intesa stabilisce anche il coinvolgimento delle parti sociali e dei Comuni che sono chiamati a verificare la fattibilità degli interventi e la loro compatibilità con i propri strumenti urbanistici. di Giacomo Gambassi