Prato
Emanuele, il giovane che conosce tutte le campane di Prato
Emanuele ha avuto la possibilità di studiare da vicino le campane di San Domenico e di Casale, mentre fuori dal centro cittadino si è concentrato sul campanile della Rocca di Montemurlo e su San Piero e San Niccolò ad Agliana. Il suo sogno, però, resta quello di poter ammirare le cinque campane del Duomo di Prato, in assoluto le sue preferite. «Sul campanile si trovano cinque campane fuse nel XVIII secolo con sagoma tipicamente rinascimentale. Dal punto di vista sonoro sono in scala diatonica minore. La campana maggiore del Duomo è una delle più grandi in tutta la Toscana e lo scorso anno ha compiuto esattamente 260 anni. Non mi dispiace nemmeno la “Risorta” di Palazzo Pretorio: XV secolo, fusa in Italia in epoca tardo gotica e con un suono particolarissimo, a metà tra un Fa diesis e un Fa. Peccato che tutte le campane pratesi – commenta Emanuele – siano elettriche: basta attivare un quadro apposito per farle suonare. La vecchia corda dei campanari non esiste più. È un po’ triste vedere che molte chiese, non avendo campanile, mettono dischi che riproducono il suono delle campane. Le campane o le hai o non le hai, non si possono imitare. Un giorno non molto lontano – conclude l’appassionato di campanologia – andrò a fare visita ai campanili del nord Italia e ai maestri campanari: se oltre a saper suonare le campane ne conoscessero gli aspetti tecnici, si eviterebbe il rischio di usura delle stesse, cosa che invece accade molto spesso a causa delle continue sollecitazioni».